4 BRUNO COCEANI Superata la depressione di E1 Gem ricomincia una zona ricca di uliveti che appaiono più fiorenti, intramezzati di magnifici giardini, come ci si avvicina a Sfax, il centro più cospicuo dopo Tunisi della Reggenza. Anche nella capitale meridionale della Tunisia sono straboccate le generazioni ridondanti della Sicilia. A Sfax vi appare non soltanto la Tunisia agricola ma anche quella industriale. Grandi lavori anno dotato la città di un ampio bacino, adibito all’esportazione dei fosfati provenienti da Gafsa. E’ la scoperta di questi giacimenti di fosfato di calcio che trasformò i\ carattere della Tunisia, da paese agricolo in paese industriale. Fu questo il fortunato imprevisto in cui s’imbattè la Francia conquistando la Tunisia. Ingegneri, capitecnici e minatori in grande maggioranza sono italiani di Sardegna e di Sicilia. Anche a Sfax costruzioni industriali ed edilizie sono opera di italiani come opera di italiani è ovunque il dissodamento della terra. Nessuno più, neppure i francesi, contestano che gli italiani siano uno degli elementi principali della rinascita economica della Tunisia. Dopo Sfax il paesaggio è sabbioso, piatto, monotono. Ogni tanto piccole oasi invase dalle sabbie. Finalmente Gabes, circondata da un fiorente palmeto, ricco di decine e decine di migliaia di palme. Anche qui vive una ricca colonia di italiani. Pochi ci sono nella preistorica Medenine e a Ben Gardane, l’ultimo villaggio indigeno sul confine tripolino e persino nei villaggi più interni della Tunisia. A 130 mila si calcolano i nostri connazionali. Vive sono le contestazioni su questa cifra. Il censimeno francese nel 1936 denuncia soltanto 94.300 italiani. Ma gli stessi nostri avversari e fra questi il Monchicourt, nel libro pubblicato postumo nel ’38 quale omaggio alla sua memoria, ammette, pur protestando contro le accuse di falsificazioni, ommissfoni ed errori ed arrotonda la cifra a 100.000. Non è il caso di rifare la polemica. La Francia fa ogni sforzo attraverso una raffinata aritmetica statistica perchè il numero dei francesi superi quello degli italiani. Malgrado tali sforzi il nostro numero è così alto che a quanti italiani vanno in Tunisia sembra d’essere in casa propria e poiché si trovano sotto dominazione straniera di emigrati si trasformano in irredenti.