LA FONTANA DEL MAZZOLENI DI PIAZZA UNITA’ 145 Aveva ai piedi una civetta e reggeva nella sinistra un cofanetto di gioie. Era la più settecentesca ed aggraziata delle quattro figure. L’Asia era rappresentata da una donna in tunica romana e manto, con i capelli sciolti, con un pappagallo nella destra protesa e un turibolo, dal quale uscivano nuvolette d’incenso, nella sinistra. L’Africa si scorgeva sotto le spoglie d’un giovane moro, avvolto solo in un mantello, che dall’omero destro gli scendeva sino al ginocchio sinistro. Aveva in Capo una specie di turbante pennuto; stringeva nella destra alzata dei fiori e con l’altra rovesciava al suolo una grande cornucopia. Un pellirosse, con penne sulla testa e intorno ai fianchi, dai quali pendeva la faretra, incarnava il nuovo mondo. Aveva dei cerchi alle orecchie, braccialetti ai polsi, alti calzari, capelli lunghi e un mantello che gli copriva il petto e la schiena. Impugnava l’arco teso, nell’atto di scoccare la freccia. In mezzo alle facce della piramide stavano distesi quattro genii fluviali, che da un orciolo riversavano nella conchiglia sottostante un getto d’acqua; tre erano barbuti, quello verso il «Palazzo Modello» — di rimarchevole fattura — femminile e velato. Più sotto dei mascheroni in forma di delfini vomitavano acqua nelle vasche. Sul lato prospiciente la colonna di Carlo VI si vedeva lo stemma federiciano di Trieste, privo dell’aquila bicipite, scalpellata nel 1809, per ordine di Federico Carlo de Ossezky, preside del nostro Magistrato napoleonico (10), il quale fece pure allora scomparire l’arme dellTmpero, che stava incisa sul lato verso il «Palazzo Modello», al posto della pietra bugnata, che ivi si scorgeva (11). Sulle altre due facce i nostri Patrizi vollero invece orgogliosamente scolpire un’epigrafe magniloquente, dettata loro dall’archeologo aquileiese canonico Gian Domenico Bertoli (1676-1763) da Meretto di Palma, accademico di Cortona e di Firenze e autore di poesie giocose e delle «Antichità aquileiesi sacre e profane», pubblicate a Venezia nel 1739. Di fronte al Palazzo del Comune essa era del seguente tenore: MeDIo . hoC . seCLo FRANCISCO . I . ET . MARIA . THERESIA REGNANTIBU5 CVRA . RUDOLPHI . 5. R. I. COMITIS . A. CHOTEK AEràRI . PVBLICI . REGENDORUMQVE COMMER- [CIORUM . PRAESIDIS SUB . PRAEFECTURA