446 ORESTE CUPPO in capo per trattar della pace. So d’altronde che i vostri soldati non ricevono che un terzo della loro ordinaria razione. Murat: I passaporti che vi hanno richiesti, furono una farsa. Mil.: E Sua Maestà il re di Napoli viene dal generale Milora-dowitch a domandar quartiere per i suoi foraggieri e ad intavolare una specie di trattato onde tranquillizzar le sue truppe? Murat (risentito): La mia visita è del tutto accidentale. Amavo unicamente di farvi conoscere gli abusi commessi dalle vostre truppe. La mancanza di disciplina è il più gran male nelle armate e assai spesso ne causa la perdita. Mil. : Ciò posto, vi converrebbe d’incoraggiarla. Egli è per noi un difetto di disciplina preziosissimo quello che conduce ad uccidervi molti foraggieri. Murat: Voi molto v’ingannate relativamente alla nostra situazione. Mosca abbonda copiosamente di tutto, noi attendiamo immensi rinforzi e questi sono oramai in cammino. Mil. (ridendo): Ci credete voi più lontani dai vostri rinforzi che voi non lo siete dai nostri? Murat: Io debbo altresì lagnarmi sopra un fatto essenziale e ne appello alla stessa vostra leale giustizia. Voi avete tirato due volte sopra i nostri parlamentari. Mil.: Sire, noi non vogliamo negoziazioni. Vogliamo batterci. Prendete in conseguenza le vostre misure. Murat: Come? Non sarei già io qui sicuro? Mil.: Voi correreste, Sire, grande pericolo ritornandovi un’altra volta; ma per questa, io avrò l’onore d’accompagnarvi sino ai vostri ridotti. Il generale domandò il suo cavallo. Murat confuso soggiunse: ch’egli non aveva idea d’un simile modo di guerreggiare. Il generale rispose che poteva aversela formata nelle Spagne. Murat s’accorse ch’era meglio mutare l’argomento della conversazione. Dopo alcune parole sulla morte del principe Bragation, si separarono». Quanto vi sia di rigidamente storico in questo dialogo non si sa. Pure fa l’impressione di sentire una conversazione avvenuta tra un barbaro fiero e senza scrupoli e un damerino francese che non conosce la crudezza e gli orrori della guerra. Murat parla, in sottinteso, di umanità al generale russo. Ma che umanità può avere costui, se forse sin da bambino, come i suoi Cosacchi, è stato addestrato alla lotta? Ci meravigliano ancora quel rispetto che egli ha per il re di Napoli e la gentilezza con cui lo tratta.