TRIESTE E I RAPPORTI COMMERCIALI CON TUNISI i. Mentre la stampa nazionale rivendica i tradizionali diritti italiani su terre mediterranee, fecondate ed abitate da Italiani, è interessante osservare in qual misura Trieste partecipi al movimento economico-commerciale delle regioni considerate, e come il nostro porto sia vincolato da ottimi rapporti marittimo-finanziari. Prima di esaminare le tradizionali relazioni mercantili fra Trieste e la Tunisia diamo uno sguardo alla posizione geo-economica di questa terra, così importante sotto molti aspetti. La Tunisia, sotto il punto di vista geografico, è il ponte di col-legamento fra l’Atlante africano e la Sicilia, ma è nello stesso tempo un elemento geografico che congiunge il blocco dell’Africa bianca francese alla Libia. E’ — dunque — la Tunisia una terra di transizione, che presenta caratteristiche simili alle zone limitrofe. Nella Tunisia terminano le ultime propaggini della catena del-l’Atlante, mentre verso il sud la massa desertica sahariana, attraverso la zona degli sciotts, raggiunge il mare. La configurazione fisica della regione è — dunque — molto complessa, e tale complessità si ripercuote sulla vita economica e sulla vita etnica. Ad aree spesso desertiche si contrappongono settori fertili e ben irrigati, a zone montuose dislocate ed aride fanno riscontro vallate preziose, ricche d’acque e di poderi. Questa tormentata faccia esterna ha costretto i coloni a compiere dei veri miracoli per adattarsi al terreno e per inserirsi nel quadro geoproduttivo della regione. Certe facilità d’accesso verso l’interno erano compensate da difficili strati dunosi e desertici, da «sebche» salate e da boscaglie spinose. Eppure i coloni italiani hanno saputo, in un centennio, ridurre gli ostacoli, abbattere pregiudizi, trovare le acque freatiche e captarle, costringere i spesso riottosi abitanti araboberberi a collaborare nell’opera di trasformazione agraria.