106 PIERO STICOTTI me del resto è già avvenuto per Nazario Sauro a Capodistria e per i martiri Battisti, Filzi e Chiesa nel Castello del Buon Consiglio a Trento. Frattanto si desidererebbe che Trieste imitasse l’esempio della sorella Trento in una manifestazione affine. A Trento cioè per opera di quelPArchivio di Stato e della Società di studi per la Venezia Tridentina è uscito un volume dove sono riprodotti fotograficamente, nella grandezza originale, gli atti dei giudizi statari istituiti dall’autorità militare austriaca nel 1916 per la condanna alla pena di morte dei tre martiri trentini: i facsimili sono affiancati da una traduzione letterale curata dal prof. Francesco Menestrina. Altrettanto Trieste dovrebbe fare per Guglielmo Oberdan, e altrettanto PIstria per Nazario Sauro, e la Dalmazia, in quanto ciò sia possibile, per Francesco Rismondo. , Sarebbero pubblicazioni di somma importanza storica e nazionale. Ancora in tema del Museo del Risorgimento, consentite che io dica una parola. L’ubicazione del nostro Museo, come sapete, è altamente significativa: esso occupa tutto il primo piano monumentale della Casa del Combattente, sorta sull’area della vasta caserma austriaca, che nei primi tempi della nostra redenzione fu riconsacrata al nome di Guglielmo Oberdan e della quale si volle conservare la cella ove Egli eroicamente attese il supplizio. Nell’ampio vestibolo, intorno al monumento del Martire, opera del volontario triestino, Accademico d’Italia Attilio Selva, sono incisi il suo testamento, i bollettini della Vittoria, gli elenchi dei giuliani caduti nella guerra per l’indipendenza, nella guerra mondiale, nella rivoluzione fascista, nell’Africa Orientale e nella Spagna. Il contenuto del Museo è ricco: esso è diviso in sezioni, cronologicamente: al ricordo dell’episodio triestino della tragedia dei Fratelli Bandiera, seguono i cimeli del Quarantotto, dei Garibaldini, dei combattenti nelle guerre del ’59, del ’60, del ’66, del ’70 in Francia, del ’97 in Grecia; vengono poi i documenti più importanti del periodo dell’irredentismo; indi nella grande aula centrale, decorata dagli affreschi di Cariò Sbisà, sono allineati i ritratti, i diarii, le lettere, le armi dei volontari giuliani caduti nella guerra della redenzione, di fronte alle collezioni oberdaniane; finalmente nelle due ultime sale sono esposti i ricordi della nostra liberazione, quelli della gesta dannunziana di Fiume e dei Caduti Fascisti. Senonchè, già ora alla quantità e all’importanza di questo contenuto non corrisponde oiTnai lo spazio troppo ristretto. Dove collocare degnamente le sacre memorie dei giuliani che diedero la