BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 81 della raccolta «Orti», gli accenti nuovi di fede e di passione, e sa analizzare tali liriche con tutta finezza d’intuito e profondità d’interpretazione. Emilio Villa dà invece un interessante saggio di lezione di filosofia in una chiara sintesi sull’idealismo platonico, in cui, dopo aver brevemente discusso sulla filosofia e la storia delle sue origini, si sofferma su Socrate ;; e più su Platone e il suo idealismo l con chiarità di concetti e agilità di m esposizione. Profondamente informato sul ■ prio argomento si mostra Lucio Vas- ■ sili, che c’intrattiene sulla personali-I tà del poeta latino del V sec. d. C. I Sidonio Apollinare, di cui traccia il ■ profilo storico-politico in relazione . ai problemi vivi nella società e nell’impero occidentale contemporanei, ■ interpretandone, con ricchezza di da-S ti e di citazioni, la figura come quel-| la d’un difensore dell’ultima roma-! nità gallica contro l’imperialismo bar- ■ barico. Ancora Mario Mari esamina i ri-I flessi dell’arte dannunziana nel ro-! manziere tedesco Heinrich Mann, e I Attilio Craglietto ci dà un interessan-1 te nota etimologica sull’origine del- I l’avverbio francese pêle-mêle, mentre I infine la parola è ad un alunno, Sa- I bino Leghissa, che rivela ottime di-j ‘ sposizioni letterarie in una vivace reli lazione su una crociera avanguardi-K stica nel Mediterraneo orientale. Segnaliamo perciò l’Annuario in pa- ■ rola all’attenzione dei lettori, ma soli prattutto lo segnaliamo, per i motivi di cui s’è detto inanzi, ai Presidi e i ai professori delle nostre medie, nel-la speranza di potere domani estendere ad altri il plauso che meritano, incondizionatamente, i camerati di I Pola. Mario Pacor EMANUELE FABBROVICH, „11 Principe” di Nicolò Machiavelli con commento estetico e note. Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine, 1937-XV. L’avvento del Fascismo ha segnato una notevole ripresa e degli studi sul Machiavelli e, ciò che più conta, una viva rivendicazione di questo originalissimo politico nostro. Ci vien fatto qui di ricordare lo studio profondo che Francesco Ercole ha pubblicato nel 1926 su «La politica di Machiavelli». Ma non è, come quel- lo dell’Èrcole, uno studio critico quel- lo che il Fabbrovich ci presenta su colui che, a detta del Momigliano, come nessuno mai ha studiato «la tempra del capo e quella del vulgo». Il Fabbrovich ci presenta soltanto il «Principe» quale il Segretario fiorentino l’ha scritto, corredandolo di un suo commento fatto con cura e rispondente al nostro clima politico. Vi premette però un elenco cronologico delle opere del Machiavelli, desunto dalle stesse opere sue, e, per non sovraccaricare il commento di note concernenti le caratteristiche espressive dell’opera, per non insistere troppo qui con ammaestramenti estetici, premette al lavoro un saggio succinto che tende ad offrire al lettore un’idea chiara sul valore e sulla importanza del «Principe», tanto in relazione ai tempi in cui fu scritto, quanto in relazione ai tempi d’oggi. Rileva quivi come la pretesa immoralità del Machiavelli non esista, in quanto se egli ammette ogni mezzo per raggiungere il fine, il fine è sempre lodevole, è la grandezza o la conservazione dello Stato. Per la salvezza dello Stato tutto è permesso, la calunnia stessa può divenir sinonimo di Patria, l’uccisione di giustizia. Neppure può dirsi, come spesso si ritiene, che machiavellismo significhi che «in casi eccezionali tutto è le-