48 ATTILIO BIDOLI compilata esclusivamente per le ragioni che ho più sopra esposte, ma credo pure per un motivo di carattere puramente morale. Bisogna pensare che viviamo in un periodo molto differente dall’odierno, in un periodo in cui l’impronta barbarica, con tutte le sue conseguenze, ha messo radici, e in cui la civiltà è ancora molto ma molto arretrata. II senso del bene e del male, anche oggi questione molto discussa da persone poco scrupolose, costituiva a quei tempi una concezione molto primitiva. Presso i barbari vigeva il diritto del più forte; l’individuo più robusto e più astuto sopprimeva il debole e si immetteva senza scrupoli nei suoi possessi. Non è quindi da stupirsi se anche nel sec. XIV, in quelle terre dell’estremo oriente dell’Istria, così lontane dal resto della terra ferma, gli abitanti conservassero ancora in un periodo molto avanti con la civiltà, dei sentimenti e delle concezioni morali assai retrograde e prettamente barbare, specialmente ad Albona ove, la cultura intellettuale per quel popolo campagnolo costituiva forse ancora una incognita. E’ chiaro quindi che quei pochi individui più colti e più profondi conoscitori delle leggi umane, nel redigire lo statuto, dessero un’importanza non lieve al furto che sapevano essere uno dei reati più frequenti. Ciò anzi ci è in parte confermato dalle pene severissime che venivano inflitte ai ladri, pene che portavano alla forca. La pena di morte veniva eseguita per i furti superiori alle 10 lire e precisamente l’uomo veniva impiccato, la donna bruciata viva e ciò aveva luogo sempre in difetto della pena pecuniaria che consisteva nel pagare il doppio del furto al padrone della cosa rubata, altrettanto al comune di Albona e lo stesso alla Chiesa di Aquileia. Per il furto di bestiame è interessante vedere come veniva specificato il numero esatto dei capi di bestiame che doveva essere corrisposto al padrone che aveva subito il furto. Libro I Cap. 2(f — Chi ruba una pecora fino a tre o un agnello fino a tre, o una capra fino a tre, per ogni bestia rubata deve pagare al padrone danneggiato 10 compresa quella rubata, 2 alla Chiesa di Aquileia e 10 al comune di Albona compresa quella rubata. Se non può pagare viene frustato per tutta la città e poi viene bollato a fuoco visibilmente sotto un occhio. In che cosa infatti poteva essere condannato uno a pagare se non in altrettanto bestiame, giacché altro non possedevano i cittadini di Albona! Libro 1 Cap. 2111 —- Chi ruba da tre fino a dieci capi di bestiame è condannato a pagare per ogni bestia rubata 10 al padrone, altrettanto al comune di Albona ed il doppio delle bestie rubate