Il problema di Tunisi nel giornalismo triestino del 1881 219 L’8 aprile, sotto il titolo «La verità sui conflitti alla frontiera tunisina», L’Indipendente riproduceva da La Gazzetta di Torino una corrispondenza del 29 marzo da Costantina. «I Francesi, che cercano ogni pretesto per imporre il famoso protettorato al Bey di Tunisi, hanno fatto una trovata eccellente» diceva l’articolista. Il quale, dopo d’aver parlato delle scorrerie provocate dal console Roustan, asseriva: «Gli Ouled-Nasser algerini sono una razza di charpadeurs che hanno sempre vissuto di depredazioni; i Krou-mirs, dal conto loro, e gli Ouchtatas tunisini non sono certo farina ottima. Quella gente lì si è sempre scambievolmente detestata, derubata e un po’ ammazzata. «In questi ultimi tempi il machiavellismo del console Roustan ha assoldato e spinto una manica di provocatori sulla frontiera per attizzare le ire non mai sopite ed eccitare gli appetiti insaziabili di quei turbolenti. «La riuscita non era diffìcile e si è ottenuta pienissima. Soltanto debbo assicurarvi che chi ha ricominciato a rubare e a far fantasiah di schioppettate sono stati bell’e bene gli algerini; i Kroumirs, che in fondo non chiedevano di meglio, si son messi al giuoco di buzzo buono e siccome son più numerosi e più agguerriti hanno avuto il disopra. Gli era ciò che i francesi volevano e si ripromettevano. «Hanno ammassato truppe sulla frontiera soi disant per farla rispettare, ma in sostanza per prepararsi all’invasione.» Quindi han tenuto conferenze coi delegati del bey «per darsi l’apparenza di gente che non respinge nessun modo di pacificazione». «Naturalmente però, invece della transazione si è venuti a rottura completa, quando i delegati tunisini sono arrivati facilmente a provare che se i torti non erano tutti degli algerini, erano per lo meno reciproci. «Il delegato francese, il comandante Viveusang, si è ritirato burbanzosamente, e da quell’istante i preparativi belligeri, fino allora dissimulati, sono stati spinti con la massima attività. Potete quindi ritenere che l’invasione non tarderà ad effettuarsi. Però, potrebbe anche accadere che la Francia avesse tosto o tardi a pentirsene.» . j . ■; Se questo è l’energico atteggiamento dell’Indipendente, non e però da credere che II Cittadino si mantenga estraneo alla questione tunisina o che, tanto meno, abbia simpatie per l’impresa francese. Infatti già il giorno antecedente, 7 aprile, sotto il titolo