CAPITOLO VI. 
LA MARINA VENEZIANA DOPO IL TRATTATO 
DI PASSAROWITZ. -LE SPEDIZIONI CONTRO GLI 
STATI BARBARESCHI. .. FINE DELLA MARINA 
VENEZIANA. 

Dopo la pace di Passarowitz, come si è visto, Venezia perdette tutti i suoi possessi in Arcipelago che rimase comple­tamente sotto la sovranità ottomana. 
Il vessillo di S. Marco non sventolava più che sulle isole Jonie, in Dalmazia ed Albania, e molti a Costantinopoli pensa­vano ad impadronirsi di quanto rimaneva ancora a Venezia in Oriente. 
Janun Hogià, che aveva come Capudan Pascià comanda­to la flotta nelle campagne del I71 5 e I71 7, dopo la guerra :rimase per vari anni a capo della marina ottomana. Egli era sostenitore di una forte politica marittima e pensava anzi che in caso di guerra egli sarebbe riuscito cogli ausiliari egiziani e barbareschi a mettere in linea 100 vascelli. 
Ma se Venezia era stremata di forze dopo le ultime guer­.re anche il grande Impero vedeva progredire la decadenza del­la sua marina. Per questa ragione il pericolo che un nuovo con­flitto tra i due stati dovesse avverarsi si allontanò sempre pIÙ, ed anzi nel 1736 quando Janun Hcgià fu esonerato dal coman­do, tra la Repubblica e la Porta venne rinnovata la pace del 
]718 dando ad essa un carattere di perpetuità. La diffidenza