264 FATTI, PERSONE, IDEE Gli alti forni dell’Ilva, a Servola, producono giornalmente 550 tonnellate di ghisa, 550 tonnellate di cocke e 80 tonnellate di acciaio. Occupano 1740 dipendenti. Gli stabilimenti dell’Aquila, per la produzione di benzolo, acquaragia, petrolio, olio lubrificante, bitume, paraffina e benzine solventi, occupano 900 dipendenti e dànno una produzione media giornaliera di 1000 tonnellate. Le Raffinerie Gaslini, con 500 addetti, producono giornalmente, con 8000 quintali di semi lavorati, 2000 quintali di olii commestibili, e da 5000 a 600 quintali di pannelli per alimentazione bestiame. La Standard, distilleria olii grassi, con 460 addetti, ha una produzione annua di 100.000 tonnellate. La Spremitura olii di Monfalcone, con 300 dipendenti, ha prodotto, nel 1938, 90.000 quintali di olii, 160.000 quintali di pannelli e 80.000 quintali di materie grasse per saponi. La «Solvay» per la produzione della soda, con 620 dipendenti, produce annualmente 55.000 tonnellate di soda carbonatata e 20.000 tonnellate di soda caustica. La Fabbrica di Birra Dreher, con 450 addetti, produce annualmente dai 120 ai 150 mila ettolitri di birra, e dai 50 agli 80 mila quintali di ghiaccio. Il «Jutificio Triestino», con 470 operai, produce giornalmente 12.000 chilogrammi di filato. La Fabbrica cordaggi Giuseppe Angeli ha una produzione giornaliera di 2500 chilogrammi di filato e corde. Il Pastificio Triestino, con 330 dipendenti, ha una produzione giornaliera di 300 quintali di pasta e 15 quintali di biscotti. Queste, citate singolarmente, le maggiori tra le industrie locali. Poi sono quelle minori, raggruppate per categoria, come le industrie del legno con circa IlOu operai; quelle lito-tipografiche, quelle estrattive, quelle dell’abbigliamento, quelle della pesca, eccetera. Qui sono state indicate solamente delle cifre. Nel volume presentato al Duce le cifre sono accompagnate da nitide e splendide fotografie che illustrano l’imponenza degl’impianti, la perfezione delle macchine, la precisione dell’organizzazione. E’ un quadro completo della nostra attività industriale, è una vera esaltazione del lavoro di questa nostra Trieste che ha tanta vitalità da poter superare tutte le crisi, che ha la fermissima volontà di diventare strumento di sempre maggior potenza della patria fascista. E, come un vaticinio, come una promessa, ad ogni esposizione di cifre, ad ogni quadro di opere, fa riscontro una frase del discorso del Duce, di quel lapidario discorso di Trieste che, attraverso le antenne di Marconi, s’è ripercosso in milioni di cuori, indicando ai popoli d’Europa le vie maestre della vera pace: quella della giustizia. F. Pagnacco Il centenario della Riunione Adriatica di Sicurtà Periodo di iniziative particolarmente fecondo, per Trieste, quello che va dal 1830 al 1840. La città, sbocco immediato di quell’esteso retroterra ch’era l’impero austriaco, cresce per l’afflusso di genti d’ogni provenienza e diventa un emporio commerciale di grande respiro. Fioriscono, in corrispondenza al crescente volume dei traffici, le iniziative per la tutela dei traffici stessi e specialmente le assicurazioni marittime. Tre di tali intraprese, successivamente ampliate e trasformate, cioè le Assicurazioni Generali, il Lloyd Triestino e la Riunione Adriatica di Si-