L’intervento italiano in Albania prima e durante il conflitto mondiale 201 il barone Sonnino assumeva il Ministero degli affari esteri. Son-nino in un colloquio con Cadorna riprendeva il tema di una occupazione di Valona, e, sebbene Cadorna insistesse sul suo parere negativo, autorizzava lo sbarco. Fu il console italiano a Valona, cav. Lari, a chiedere all’ammiraglio Patris l’aiuto dei marinai della R. N. «Sardegna» e lo sbarco si svolse senza incidenti la mattina del 25 dicembre. Il giorno dopo la «Stefani» diramava il seguente comunicato: Da qualche giorno si aveva notizia che in Valona si preparavano movimenti con scopi non bene definiti, ma intesi a scalzare ogni autorità. Un bando emanato dalle autorità locali aveva proibite tutte le armi e ciò per contrastare ad una azione sorta all’intento di ottenere lo sfratto dei profughi e il loro rinvio forzato in Epiro. Ieri mattina si sono uditi poco dopo l’alba colpi d’arma da fuoco in vari punti della città. La popolazione è impressionatissima. I connazionali si rifugiano al Consolato italiano. Il li. Console ha chiesto all’ammiraglio Patris lo sbarco dei marinai della „Sardegna”. I marinai italiani sono scesi a terra senza incidenti. Il comandante della gendarmeria della città e altri notabili si sono recati a visitare il Console d’Italia e gli hanno espresso sentimenti di riconoscenza per quanto l’Italia fa per Valona e hanno promesso la cooperazione della popolazione. I marinai hanno occupato pacificamente la città. Regna tranquillità perfetta. I colpi d’arma da fuoco uditi si riferivano ad un atto di legittima difesa da parte del servo dell’aw. Ciaco, suddito italiano, contro il quale si era tentata un’aggressione. Il console era sotto la minaccia dei ribelli, percui occorreva urgentemente provvedere per il mantenimento dell’ordine, tanto più che 500 ribelli del Nord minacciavano di scendere dalle montagne per occupare Valona. Mentre la R. N. «Sardegna» effettuava lo sbarco, al largo erano pronte altre due navi italiane, l’«Etna» e il «Piemonte». Lo sbarco fu diretto dall’allora tenente di vascello Ciano, che entrò in Valona alla testa dei suoi armati. Le pattuglie frattanto occuparono le colline circostanti. L’ammiraglio Patris lanciava alla popolazione il seguente proclama: 1 gravi torbidi che a brevi intervalli di tempo si succedono in questa regione hanno paralizzato commerci, lavori