210 ROMANO DRIOLI Malacastra, d’onde essi potevano osservare l’entrata e l’uscita delle nostre navi dalla rada di Valona, segnandole alle loro siluranti. La giogaia dominante a così breve distanza il campo trincerato costituiva un baluardo minaccioso che rendeva poco sicura la linea della Vojussa, al punto che il Gen. Ferrerò, il quale aveva spinto le truppe fino a Gianina, le fece qualche mese dopo retrocedere. L’AVIAZIONE ITALIANA IN ALBANIA Sul fronte interalleato albanese-macedone operò brillantemente in quel tempo la nostra 34.a squadriglia «Farman» e a Monastir (Macedonia) la 111 squadriglia. Verso la fine del 1916 si rese necessario aumentare il servizio d’aviazione e quindi venne costituito a Valona, sede del comando del XVI Corpo d’Armata (Generale Piacentini) l’8.o Gruppo Aeroplani al comando del maggiore pilota Egidio Carta ed avente alle dirette dipendenze le seguenti squadriglie: 34.a squadriglia «Farman» da ricognizione, dislocata a Krio-nero; l’il.a squadriglia «Caproni» da bombardamento, dislocata a Tahiraga; la 85.a squadriglia «Nieuport» da caccia, dislocata a Piskupi. Successivamente comandavano il Gruppo il maggiore De Rada, il maggiore Pellegrini, il cap. Livi e il magg. Liotta. Si delineò subito sul fronte albanese macedone una diuturna cooperazione tra le forze aeree dell’Esercito e della Marina, avendo questa a Valona la nave portaerei «Europa» con due squadriglie di idrovolanti (la 262.a) dislocata a Krionero (Valona). L’impiego dell’aviazione si è svolta particolarmente in voli di ricognizioni, di bombardamento e da caccia. Particolarmente gli apparecchi da ricognizione resero in Albania segnalati servizi. E’ noto che al pilota da ricognizione sono affidati in guerra compiti difficili, specie allorché deve recare al comando notizie circa gli aggruppamenti del nemico, gli spostamenti della truppa e la posizione delle artiglierie. Per solito ricognizioni siffatte si intraprendono due volte al giorno, volando sulle posizioni avversarie, col rischio di venir abbattuti ogni volta, come accadde ai più esperti assi. Il pilota che riceve gli ordini dal comando conosce il piano delle operazioni, ed è l’unico ufficiale che tiene il collegamento con lo Stato Maggiore prima dell’attacco. Si comprende da ciò la importanza del suo compito. Gli aviatori attaccanti in Albania ricevevano ordini precisi, che non è qui il caso di rilevare. Si sono distinti nelle operazioni il capitano De Rada, il tenente di vascello Roberti, il sottotenente Caffaratti, e specialmente l’aviatore cap. Pesci col suo «Farman» il