200 ROMANO DRIOLI Iona. Circondato da un consiglio privato senza autorità, il Principe scelse come primo ministro Turhan pascià, antico ambasciatore ottomano a Pietroburgo e sette ministri, di cui Essad pascià alla guerra e agli interni. La presenza di questi diplomatici, di ufficiali olandesi, di giovani capi feudali del paese rivestiti di brillanti uniformi, dava a quella Corte un aspetto d’operetta che completava l’insufficienza dei membri del Governo. Il quale debuttò con l’affare di Koriza, e successivamente con quello delle munizioni destinate alle forze nazionali dell’Albania meridionale. Contro Essad pascià si sollevò la popolazione: egli si salvò a bordo di una nave austriaca, la «Szigetar», ancorata a Durazzo, porto letteralmente invaso da navi della flotta austriaca e della flotta italiana, le quali avevano scortato il Principe in Albania. Questo incidente suscitò la rivalità fra austriaci ed italianlT"i quali, rappresentati dal barone Aliotti, Ministro d’Italia, esigevano che Essad pascià fosse consegnato in loro custodia. Il Principe offerse la sua mediazione, che fu accettata. Nel frattempo Essad pascià riusciva a rifugiarsi a Tirana, centro dell’agitazione e residenza dei seguaci di Toptani. Ben presto l’insurrezione si estese e i ribelli arrivarono dinanzi a Durazzo. Il Principe di Wied, preso dal panico, ottenne, assieme al suo seguito, d’imbarcarsi su una corazzata italiana. Da quel momento la rivolta si estese in tutta l’Albania. Il 3 settembre, a bordo del yacht italiano «Misurata», il Principe di Wied si allontanò dall’Albania senza più speranza di ritorno. Il suo effimero regno non durò che sei mesi. Durante la difesa di Durazzo il colonnello Thomson, della missione militare olandese, cadde alla testa della gendarmeria che aveva difeso il Principe di Wied. Ancora una volta il problema albanese si ripresentava al primo piano delle cancellerie, ma il 1° agosto 1914 scoppiava la guerra mondiale e del Regno d’Albania creato dalla diplomazia austriaca non si parlò più. Nel settembre, prima di dichiarare la sua neutralità, il Governo italiano progettava una spedizione in Albania, ma il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. Cadorna, fu di parere contrario. LE OPERAZIONI ITALIANE IN ALBANIA NEL 1914 Dimessosi il Gabinetto in seguito alla morte del marchese di San Giuliano, Salandra ritornava a formare il Ministero, nel quale