252 ANDREA BENEDETTI leia, era pure subinfeudato ai Duinati (cioè S. Giovanni di Duino, Duino, Senosecchia, Primano, Guteneck, ecc.) e ai conti di Gorizia, avvocati della Chiesa aquileiese (Comeno, Nigrignano, Rifenbergo, Dornegg, Tomai, Castelnuovo, Raspo). I castelli più vicini a Trieste, che appartenevano al «comitatus Sancti Iusti» (vescovato), furono pure infeudati ai potenti conti di Gorizia (Corgnale, Vichun-berg). Estintasi la dinastia dei signori di Duino, i loro possessi nella Carsia e nella Liburnia passarono ai Walsee e da questi alla casa d’Austria. Ricca di castelli, che dai tempi più antichi si conservano in gran parte ancora, è la regione del Collio (Cereu, Peuma, Dobra, Vi-pulzano, Albana ecc.) e non mancano i ricordi di alcuni anche nella pianura friulana (Lucinico a custodia dell’antico ponte sull’Isonzo, Capriva, Cormòns, Brazzano ecc.). Nella nostra regione, aperta al mare e fin dai tempi romani dedita alla navigazione, abbiamo anche alcuni esempi di castelli muniti lungo le coste (Duino, Sipar, S. Giovanni della Cornetta, Cervera, Orsera) ; taluni si ergono nelle profonde insenature, in posizione riparata dai marosi o a capo dei valloni navigabili che si internavano per lungo tratto fino nel cuore della penisola istriana e che erano a quel tempo la via di comunicazione più facile ed economica (oggi in gran parte interrata). Un tale collocamento di castelli e anche di città era naturale in Istria; così nella valle della Dragogna troviamo Castelvenere e poco più all’interno Momiano (non si dimentichi che un tempo il fiume era navigabile fino sotto quel castello, mentre oggi lo è appena fino al ponte di Sicciole) ; così alle foci del Quieto da una parte Cittanova e il castello di S. Giorgio, dall’altra Torre e Montelino (anche questo fiume era un tempo navigabile per lungo tratto e ancora negli ultimi anni della Serenissima a Porto Porton vi si caricavano il legname per l’arsenale di Venezia e le legna da ardere provenienti dal famoso bosco di Montona e quelle che, via Obrovo-Vodizze-Danne per Pin-guente, i «ricci» portavano dalla Carsia), così in fondo al Leme, che s’interna per ben 12 km., Castel Parentino e Docastelli, così Barba-na, che domina la valle dell’Arsa presso al ponte (1), così Fanona. I castelli sorti a difesa dalle incursioni dei pirati Croati e Narentani ed in genere quelli posti al mare, declinano in breve col-l’accrescere della potenza marinara di Venezia e con lo svilupparsi, nei centri abitati della costa, dell’istituzione comunale, eccezione fatta per Duino (datosi nel 1366 all’Austria). Si deve all’importanza acquistata dal libero comune se anche i castelli intorno a Trieste vennero smantellati perchè era pericoloso avere, non lontano dalle