LETTERE DI GRAZIA DELEDDA A ELDA GIANELLI 437 All’Illustre Scrittrice ELDA GIANELLI TRIESTE Roma, 3. 6. 07 _ Via Sallustiana 4 Gentilissima, Leggo sempre di Lei sui giornali, ma non ho mai più avuto sue notizie. Le mandai il mio romanzo La via del male (7): lo ricevette? Ora vorrei mandarLe L’ombra del passato (8), ma desidero prima conoscere il Suo indirizzo. Vedo che anche Lei lavora con ardore. Non verrà mai a Roma? Con sempre viva simpatia e ammirazione. Sua GRAZIA DELEDDA Come abbiamo accennato, queste tre missive aggiungono ben poco a quanto le precedenti lettere della Deledda alla Gianelli ci avevano già reso noto sui loro rapporti. E’ una bella amicizia che merita di essere ricordata, nobile gara di due donne d’ingegno e di cuore nell’amarsi, stimarsi, esaltarsi a vicenda; simpatico legame, finora ignorato, della maggior prosatrice d’Italia con Trieste ancora soggetta al dominio straniero. LINA GASPARINI (1) Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1873, morì a Roma nel 1936; Elda Gianelli nacque a Trieste nel 1857 e vi morì nel 1921. (2) Lettera dell’8 giugno 1891 a Stanis Manca, critico letterario sardo stabilito a Roma, pubblicata con altre della Deledda a lui ne la Nuova Antologia del 1. ottobre 1937 col titolo Sogni di gloria a vent’anni. In questa lettera la Deledda gli narra che quando scrisse i suoi primi bozzetti credette di far onore ai suoi compatrioti ritraendo dal vero personaggi e costumi sardi. «Si figuri dunque, scrive, il mio dolore — il primo dolore — che provai allorché, comparsi alla luce quei racconti, per poco non venni lapidata dai miei conterranei. Si pretese di conoscere i tipi e si volle che i miei personaggi fossero vivi, benché taluni morti decisamente nei bozzetti; e questi eroi offesi, esasperati, non potendo sfidarmi a duello, mi coprirono di maldicenza, di ingiurie, di ridicolo, arrivando persino a dire che altri scriveva nell’ombra ed io non facevo che firmare, tanto che il mio povero io, pie-