130 FERDINANDO PASINI gio invaso, contegno non conforme certamente alle direttive impartite dal Papa. (Non s’era voluto supinamente piegare alle ingiunzioni dell’Austria nemmeno il Principe Vescovo di Trento, Celestino Endricci, ed ebbe a soffrirne anche lui le conseguenze). Sono ricordi, questi, che fanno riaffiorare alla nostra memoria le ironiche parole dell’ebreo Israele Zangwill (Fantasie italiane, Milano, Son-zogno 1925, pg. 132) : «Il Papa rappresenta così poco una forza unificatrice, che non vuol riconoscere nemmeno l’unità italiana». Difatti, si dovette arrivare sino al 1929, per ottenerlo: nel 1915 se n’era ancora assai lontani! Ma eppure, la propaganda di Cesare Battisti ebbe ragione di ogni resistenza, perplessità ed opposizione. Fu lotta dura e lunga, ma, alla fine, vittoriosa. Egli fu il punto di raccordo fra tutte le varie tendenze; fu lui a realizzarne l’aggregazione, per dirla con Giulio Caprili (La grande guerra 191k-1918, Milano, 1938), «non secondo i partiti, ma secondo i temperamenti». E il primo uomo politico, superiore a tutta la casistica dei partiti, il primo, che, appunto in forza del suo straordinario temperamento, doveva avvicinarsi al Battisti e sostenerne la causa e secondarne l’azione, fu, naturalmente, Benito Mussolini. Benito Mussolini, il quale abbandonava la direzione àe\YAvanti! (20 ottobre 1914) per fondare II Popolo d’Italia (15 novembre). Benito Mussolini, il quale, come diceva La provincia di Brescia (21 ottobre 1914), «aveva ritrovato in fondo alla sua mente i ricordi vivi della sua vita trentina». Non si chiamava II Popolo anche il giornale di Cesare Battisti, nella cui redazione il Mussolini aveva lavorato e la collaborazione gli aveva costato lo sfratto dall’Austria? L’irredentismo fu per il Battisti sintesi assoluta di tutte le aspirazioni umane. 11 problema della liberazione del suo Trentino dal giogo austriaco era l’applicazione di un principio universale, la cui giustezza doveva rivelarsi nella soluzione d’ogni singolo problema: dunque, anche in quello della redenzione del Trentino. Il Popolo: così senz’attributi e senz’aggiunte, si chiamava il giornale del Battisti, e v’era inteso il popolo del Trentino, dell’Italia, di tutto il mondo. La maggior sodisfazione del Battisti fu sentirsi dire dal Re, nell’udienza avutane, il 23 maggio 1914, insieme con Giorgio Pitacco e Attilio Hortis: «La guerra è stato il popolo a volerla». Il Re era a conoscenza di tutta l’opera di propaganda svolta dal