BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 395 stione e sulle varie interpretazioni, per quanto limitatamente al domicilio derivativo dei minori, e lo fa sulla scorta di una ricca bibliografia e di una bella documentazione giurisprudenziale. La legge, si sa, ha delle dizioni improprie. Così sull’argomento (vedi R. D. 30 dicembre 1923, n. 2841) afferma che «i figli legitimi o riconosciuti, minori di 14 anni, seguono il domicilio di soccorso dell’esercente la patria potestà» non facendo menzione della tutela legale, per quanto nello stesso decreto il legislatore faccia espresso riferimento anche ai figli minori riconosciuti ed all’istituto della tutela legale. L’analogia vuole che la dizione impropria della legge abbia un’interpretazione estensiva, ma con esclusione per quanto riguarda l’istituto dell'adozione, che dalla legge è particolarmente contemplato nel suddetto decreto. Ma ecco che tale interpretazione di carattere estensivo, pur essendo accolto dalla prevalente dottrina, nella pratica non è stata sempre seguita dalla giurisprudenza amministrativa. Ed è ben noto che nel diritto positivo la giurisprudenza ha un peso maggiore della dottrina. Osserviamo ora un altro caso importante: quello di un temporaneo ostacolo nell’esercizio della patria potestà da parte del padre. In tal caso è dubbio, specie nella dottrina, l’effettivo passaggio della patria potestà dalle mani paterne alle materne e d’altronde è difficile ravvisare o meno gli estremi legali del trapasso dell’esercizio di essa, quindi si impone una interpretazione della legge in senso restrittivo. In conclusione, anche in tali casi, dove la legge si riferisce all’esercente la patria potestà essa «intende sempre richiamarsi al genitore, che della potestà stessa risulti definitivamente investito, escludendolo invece nei casi in cui questa ultima venga a cessare in forza di legge e per esplicito atto dell’autorità competente». A complemento dei principi esposti, il Fortuna, dato che nella pratica applicazione di essi son sorti numerosi quesiti giuridici, s'intrattiene, alla fine del suo breve ma denso studio, sulla giurisprudenza a questi relativa. Le decisioni del Consiglio di Stato gli offrono una bella materia coll’ausilio della quale il domicilio di soccorso derivativo dei minori riesce notevolmente chiarito in non pochi casi particolari per quanto sempre generici. Giuliano Gaeta ALDO CONTENTO - DANTE LUNDER - MARIANO SCOCCIAI - L’Impero coloniale italiano - Tipografia del Partito Fascista, Trieste, A. XVI-XVII E. F. - Pagg. 336. (L. 33) Edizione economica. Questo volume, pubblicato sotto gli auspici della sezione provinciale di Trieste dell’istituto Fascista dell’Afri-ca Italiana con l’approvazione della Presidenza Nazionale, è veramente — come dice nella sua presentazione, o prefazione, come meglio vuoisi dire, Giorgio Roletto — una delle tante prove della fervida attività che anima i collaboratori del massimo istituto del colonialismo italiano; è veramente una prova tangibile che gli Uffici di Propaganda delle sezioni provinciali lavorano di lena e con una salda preparazione scientifica. O, per lo meno, è la prova tangibile che a lavorare di lena e con una salda preparazione scientifica è l’ufficio di Trieste, sotto l’amorevole e valida direzione di colui stesso che non ha voluto che questo volume si esponesse al giudizio del pubblico