— 8. — Sire, che ho sempre dinanzi agli occhi, vigor m’inspira e costanza a reggere ad ogni fatica ; a soffrire ogni affanno, a sa-grificarvi, se occorre, anche la vita, per ben servirvi. Intanto, ciò che l’Austria non fece in dieci anni, gli altissimi auspici Vostri l’han fatto, o Sire, in sei mesi ; e quella Dalmazia, che non potè mai essere ragionevolmente organizzata in quel lungo spazio di tempo, perchè durava sempre la reciproca civil guerra tra governanti e governati dinanzi al loro Sovrano, ha pre sentemente un Governo provvisorio, forte abbastanza per aspettare con tranquilla sicurezza le Sovrane Vostre deliberazioni. Se vi ho ben servito, o Sire, altro non bramo ardentemente che il benigno Vostro aggradimento; e quando pure vi sembri che la Dalmazia, bastantemente organizzata, possa ormai essere con più soave fatica amministrata da un mio successore, Vi piaccia, o Sire, rimettermi alla pastorale mia vita, che abbandonai, e in cui continuamente esaltando l’immortal Vostro Nome, e fissando nell’Augusta Immagine Vostra uno sguardo di applauso, di consolazione e di riposo, io posso occuparmi in utili studi ed altre opere, sicché per esso duri il mio nome fra gli amici delle arti, delle scienze, e della umanità.