— 117 — segno. Se l’uomo più alla terra, che a qualunque altra possidenza s’attiene, i parrochi dalmati, provvisti che fossero di qualche porzione di terreno, di cui tanto abbondiamo, meglio servirebbero alle viste della religione e dello stato. Potrebbero così rinunziare alla vile condizione di andare accattando il vito dai parrocch ani, come ora fanno, adattandosi per il loro personale interesse e necessità a prendere Ìiiuttosto i vizi e le abitudini del Mor-acco, di quello che insistere perchè il Morlacco si addatti e conformi ai principi di moralità e di sociabilità, e agli usi eh’esni loro insegnerebbero. Questa,' Sire, è forse la sorgente maggiore dello stato di abbrutimento, in cui questo popolo giace. Nè mancano già, come dissi, le terre o campi da assegnarsi ai parrochi, poiché immensi tratti di beni comunali servono a solo pascolo, e non offrono che miseri selvaggi arbusti. Concedendo poi ai parrochi parte di questi campi con giusta distribuzione, essi diverrebbero fecondi e si arricchirebbe ia provincia per un nuovo incremento di prodotti, opera soltanto del-l’interesse e dell’industria dei parrochi stessi. Potendosi senza danno delle Regie casse operare così gran bene, non dubito, o Sire, del Vostro assenso. Se sconvenevole cosa poi è l'indipendenza dei parrochi regolari dai vescovi, molto più lo è quella di tutti i frati sopraindicati d’ordine mendicante. Il motivo che indusse la debole Repub-