— 146 — stata percepita per conto pubblico, e come tale sempre appaltata. L’altra, eh’ è in amministrazione, si chiama la tassa dei dazi Rappresentanti veneti. L’origine di questa tassa o di questi dazi, che ancora durano, è abusiva. E’ fondata sopra alcuni vantaggi che il Senato veneto accordava ai suoi patrizi impiegati nelle città dalmatine. Questi dazi adunque erano un addizione di aggravio che gli stessi generi, entrando nelle città, pagavano oltre il dazio fissato dalle regie tariffe. Il governo Austriaco ha conservato la stessa assurdità. Penso, o Sire, di formare di queste due classi di dazi una sola; e di toglier cosi nel tempo stesso l’imbrogliata percezione, e la non grata denominazione, per cui ri-cordansi oltraggiose idee di corruzione nei magistrati. Affinchè poi i dazi-consumo, de’ quali ragiono, possano non solo essere fissati con limiti proporzionati alle circostanze del consumatore, ma possa anche calcolarsene il prodotto, si è prescritta ai Delegati e Vice-Delegati la formazione di esatte tavole di popolazione (avendo io molta ragione di dubitare di quelle che ora mi sono state, benché ufficialmente, presentate, le quali ad evidenza peccan d’ecce so), colle note similmente esatte dei generi, che d’ordinario si consumano dalle rispettive popolazioni. Frattanto giudico non difficile l’avere un immediato aumento sul vino, sull’olio, e forse anche sui grani. Ne farò lo speri-