— 57 — cipalità, era sommamente importante in questa Provincia. Trattavasi, o Sire, di annichilare i corpi nobili, civici o popolari, i quali, tacendosi continua guerra a v cenda, laceravano la Comune, la patria, e depravavano la pubblica morale. L’epoca gloriosa pel mondo intero, nella quale sorge immortale, o Sire, il Vostro Nome, indica alla posterità, che tutti i cittadini d’una nazione sono eguali nei diritti civili, e gareggiar debbono soltanto per o-perare il pubblico bene. A quest’ ora infatti si sono esperimentati i più salutari effetti dallo scioglimento de’ corpi privilegiati. Fu grande, o Sire, la mia consolazione nel veder che, fatto da me, appena giunto, questo primo passo in Zara, dopo aver chiamato presso di me tutti i migliori uomini di ogni ceto, si sono questi non solo spontaneamente offerti di adottare le misure liberali eh’ io loro indicava, ma hanno servito d’esempio e dato il segnale ad altre primarie città, le quali a gara han supplicato di distruggere aneli’esse quella mostruosa forma, che per tanti secoli le aveva afflitte e desolate. Quanti beni non han prodotto questi Capi-Municipali nelle angustie in cui i paesi si sono trovati a cagione delle truppe e della guerra! Ormai, Sire, non v’è più che uno spinto uniforme e nulla distrae il Dalmata dall’ubbidienza alle leggi di Vostra Maestà, dall’ammirazione delle vostre gesta, e dalla riconoscenza per gli avuti benefizi. Modellate dietro i vostri principi la rappresentanza della Provincia e