— io — dominava nell’animo del Governator generale austriaco in attualità. Questo par tito era sempre 1’ opposto di quello che regnava sotto il governo del Governatore, che immediatamente aveva preceduto. Quindi la scelta dei Giudici e la qualità dei giudizi, che emanavano, erano sempre creduti còme affetti dalle passioni e dal-l’impegno del partito dominante, e perciò tenuti per ingiustissimi. Chi perdeva la lite, benché per effetto di rettissimo giudizio, gridava qui assai più che altrove all’ ingiustizia, e per giunta veniva anche talvolta punito. Erano perciò su questa sventurata terra interamente sconvolte le idee del giusto e del-l’ingiusto. I Tribunali potevano considerarsi come un’ arena, ove gli uomini andavano ad azzuffarsi e combattere, molto pili per malanimo e reo spirito, che per sentimento di difendere la proprietà e l’onore. In tale stato di cose i magistrati, fatti scopo dell' odio pubblico da una parte, aggravati di mille querele d ili’ altra, e qualche volta ancora non retti nei loro giudizi, procedevano con tale incertezza e lentezza, che appena s’ accorgeva il popolo che vi fosse giustizia civile e giustizia criminale in Dalmazia. lo non so dirvi, o Sire, quanto io restassi dolorosamente colpito a quest’ a-spetto al mio arrivo in Dalmazia, e al primo mettermi subito in comunicazione coi Tribunali. S’accrebbe in seguito a dismisura in