— 152 — nella coltivazione del tabacco vede Una sicura ricchezza, e servire nello stesso tempo agl’interessi delle Regie finanze? E vero, o Sire, tutto ciò vuol èssere guidato con molta saviezza ed avvertenza. Non dispero però che riportar si possa anche nei primi anni quella stessa rendita di franchi 23,596 che gli Austriaci riportavano, e di animare in pari tempo un ramo di nazionale industria. Non sarebbe, o Sire, di minor importanza, che qui vi fosse uua fabbrica di tabacco. La mostruosa politica de’ Veneti distruggeva le piantagioni del tabacco nell’Albania veneta, per comperare poi la foglia del tabacco nell’Albania turca. Essa si portava a Venezia per indi prepararla, e rimandarla poscia qui o nell’Albania veneta, o polverizzata, o in foglia, quale dall’Albania tuma si era spedita a Venezia. Tali assurdità è impossibile che sussister possano sotto un Sovrano illuminato. Non ho potuto ancora stabilire una nitriera, che mai non vi fu, e quindi il ramo di privativa nazionale de’ nitri e polveri non rende quasi nulla in Dalmazia, molto pili che qui non vi sono stalle, e quindi non possono introdursi nemmeno i salnitrari. I Morlacchi tengono i loro animali allo scoperto, o nello stesso loro tugurio. Pochi hanno per gli animali un tugurio con qualche foggia di tetto. Quando tutti gli stabilimenti pubblici non saranno occupati dai militari, verranno organizzati, o Sire, de’ grandi tesoni, che, con tanti