- 117 - si avrebbero delle minori spese di piazza. Questo, forse, è il caposaldo essenziale dei sostenitori del porto franco, perchè riducendo le spese di piazza si avrebbe la possibilità di fare una forte concorrenza agli altri porti ed inoltre d’impiantare delle industrie che esportassero i loro prodotti all’estero, perchè queste industrie avrebbero molto ridotto un forte elemento del costo di produzione : la mano d’opera. Ed a sostegno di questa tesi si afferma, specialmente dai vecchi triestini, che, godente Trieste il privilegio, la vita costava un’inezia non solo in confronto ai prezzi attuali, e questo si capisce, ma anche di fronte al costo della vita negli altri centri nello stesso periodo. Sarà opportuno ricordare che anche proclamando lo Stato il porto franco a Trieste, esso non intende per questo rinunciare a quella parte del gettito delle imposte che Trieste deve pagare, sia essa esatta col metodo del contingente o con quello delle quotità, poco importa, resta il fatto che le imposte devono essere pagate e che, in definitiva, il commerciante e l’industriale terranno conto, nel computo del costo di una data merce, di una congrua quota d’imposte. Anticamente, invece, proclamato il porto franco, lo Stato non percepiva nessuna imposta, tranne i dazi per l’entrata della merce dal porto franco nel suo territorio. Inoltre il Comune sarà obbligato a provvedersi delle entrate per il suo bilancio, quindi dovrà imporre dei dazi consumo, delle addizionali sulle imposte esatte per conto dello Stato, dovrà insomma gravare sui cittadini e quindi contribuirà a mantenere alto il prezzo delle merci. Rimane fermo, però, che vengono tolti i dazi, sia fiscali che protettivi, esatti dalle dogane erariali nonché, eventualmente, i monopoli statali. Questo certamente contribuirebbe a diminuire in parte il costo della vita. Pur ottenendo una certa riduzione del costo della vita i benefici effetti non sarebbero risentiti immediatamente, nel senso che i salari non subirebbero un’immediata e proporzionale riduzione. È un principio ormai acquisito dalla scienza che le variazioni nel livello generale dei prezzi non influiscono immediatamente e completamente sul saggio normale delle varie retribuzioni. I salari, cioè, gli stipendi e le altre forme di retribuzione mutano bensì nel tempo, ma le loro variazioni sono molto lente. Di modo che se oggi si verifica una diminuzione nel costo della vita i salari non subiscono immediatamente una riduzione proporzionale, ma soltanto permanendo per un lungo periodo di tempo le cause che influiscono sul ribasso del costo della vita, i salari, attraverso a grandi lotte e superando mille difficoltà, potranno essere ridotti in proporzione. E si noti che qui si fa volutamente astrazione dell’esistenza d’una forte organizzazione operaia la quale potrebbe ottenere il monopolio del lavoro nei porto e rendere quindi illusorio il ribasso dei salari. Ci siamo soffermati su questo concetto non per negare la possibilità di una riduzione dei salari, ma togliere l’illusione, da molti accarezzata, che la proclamazione del porto franco ridurrebbe immediatamente il costo della mano d’opera. Ed era necessaria questa affermazione perchè molti datori di lavori triestini si sono dichiarati favorevoli alla proclamazione del porto franco appunto in previsione d’ una immediata riduzione dei salari. Chi non è famigliarizzato con l’ambiente triestino non può credere quale influenza abbia esercitato questo miraggio dell’immediato svilimento della mano d’opera nell’animo dei commerciànti triestini. Però, dopo un tempo più o meno lungo, i salari finirebbero per adattarsi al nuovo costo della vita che sarebbero ridotti. Ma sarebbero proporzionalmente ridotte le spese di piazza? I salari non rappresentano che uno degli elementi che concorrono alla formazione delle spese di piazza. Tutti gli altri elementi che alla formazione di queste spese concorrono, come le tasse portuali di ormeggio, di ancoraggio, di rimorchio, gli affitti ed i diritti di magazzinaggio, diritti per uso delle gru, le tasse di deposito, le tasse ferroviarie ecc., non risentono, o risentono in minima parte, le variazioni nel costo della mano d’opera. Ne segue quindi che la riduzione delle spese di piazza, per effetto della