— 40 — 1’ ultimo decennio, Trieste sarebbe assolutamente sopraffatta perchè scenderebbe in lizza con prodotti ottenuti a costi troppo alti. * * * Anche dal lato della organizzazione finanziaria e del credito, Trieste subì una fiera scossa causa la guerra. L’ economia cittadina poggiata principalmente ai grandi Istituti di Credito dell’ Austria, e principalmente di Vienna, si trovò, dopo 1’ annessione alla Madre Patria, nella più completa disorganizzazione, mancò totalmente quella intricata e salda rete d’ affari organizzata dagli Istituti Bancari Viennesi, i quali provvedevano al credito necessario alle ditte importatrici ed esportatrici ed alle imprese industriali così a quelle locali, cornea quelle situate nell’interno dell’ex Impero. Il rapidissimo sviluppo della Banca Commerciale Triestina ed il sorgere delle nuove Aliali dei grandi Istituti di Credito Italiano potè rimediare, in parte, alla mancante attività degli antichi Istituti. Ma 1’ organizzazione bancaria della nostra piazza, le condizioni economiche e politiche del retro-terra impediscono, per ora almeno, che si possa sostituire le antiche banche per ciò che riguarda la sovvenzione dell’ imprese già austriache, ed ora situate sui territori degli Stati sorti dallo sfacelo della monarchia Asburghese. Questo problema, trascurato da quasi tutti coloro che esaminarono le condizioni che la guerra creò, ha, invece, un’ importanza essenziale e non è una delle ultime regioni per cui Trieste tanto è difficoltata nella ripresa della sua antica posizione. Nelle condizioni attuali, nessun’ industria e nessun commercio può svilupparsi se non è sostenuto dal credito. È necessario, dunque, che l’Italia raggiunga i paesi più progrediti nell’ organizzazione bancaria, e si notano già segni non dubbi di notevole progresso in questo campo ; che le nostre Banche penetrino largamente in Oriente procurandosi, per mezzo di agevolazioni e dando la più larga garanzia, una clientela vasta ed affezionata. D’ altro canto, se 1’ Austria tedesca riuscirà a stabilizzare la propria moneta, poco importa a che livello, e se riuscirà a portare in pareggio il proprio bilancio e la bilancia commerciale, altrimenti che contraendo dei debiti, certamente essa saprà ritrovare 1’ antica organizzazione anche nel campo finanziario. Lo stesso sta facendo la Cecoslovacchia e quindi questi due paesi potranno, più o meno diffìcilmente, riorganizzarsi, col nostro aiuto o senza di noi. Resterebbe la Jugoslavia. Questo paese, pur ricco di risorse naturali, non saprà ritrovarsi così facilmente, specie nel campo finanziario. Ma è piccolo l’interesse che esso presenta per Trieste. Soltanto la Slovenia, che sotto il cessato regime faceva parte della provincia di Carniola, era tributaria, e lo è tuttora, di Trieste. Ma questa è la regione più progredita della nuova nazione e saprà riorganizzare le sue industrie ed i suoi crediti prima di tutte le altre regioni dello Stato dei S. C. S. Non creando speciali, inutili privilegi si potrà far risorgere Trieste, ma, almeno nell’ attività che ora esaminiamo, lasciando libero il campo all’ iniziativa privata ed incoraggiando quest’ iniziativa, non già ostacolandola con provvedimenti poco ponderati come s’ è fatto spesso e più spesso ancora si suggeriva di fare. Due Istituti che per la loro importanza meritano d’ essere ricordati specialmente sono: Le Assicurazioni Generali di Trieste, e la Riunione Adriatica di Sicurtà. Il primo di questi enti, fondato nel 1831, è fornito di un capitale di L. 13.230.000 ha pagato, dal giorno della fondazione fino alla chiusura dell’ esercizio 1921, ben L. 2.048.543.278.70 di danni; le somme assicurate nel ramo vita, in vigore al 31 Dicembre 1921, ammontavano a L. 1.532.495.072.97. Il secondo sorse nel 1838 e possiede attualmente un capitale di L. 10.500.000, con più di 172 milioni di lire di riserva (I). (i) Dai Bilanci Sociali pubblicati in base all’ inventario del 31 Dicembre 1921.