- 43 — Il Mar Tirreno facilita gli scambi verso la penisola Iberica, l’Africa Settentrionale-Occidentale e le Americhe. L’ Adriatico invece, correndo in direzione Nord-Ovest, Sud-Est, s’ addentra profondamente nel cuore dell’ Europa e presenta una via facile e comoda per i traffici che dall’ Oriente devono recarsi verso 1’ Europa Centrale. Le gloriosissime tradizioni commerciali di Roma, delle Repubbliche medioevali e, recentemente, di Trieste, ci dimostrano luminosamente quali furono sempre le funzioni dell’ Adriatico. L’ Adriatico è un mare caratteristico per la sua poca larghezza. La vicinanza delle due sponde ha una conseguenza molto importante per gli Stati rivieraschi : se si vuole che nell’ Adriatico regni la pace, specialmente nell’ Alto Adriatico, le due coste devono appartenere ad una sola nazione o, quanto meno, la nazione più civile e più forte deve dominare l’Alto Adriatico anche se, politicamente, non ne possiede ambedue le sponde (1). Per convincerci di questa verità basta pensare alle faticose conferenze che si susseguono ininterottamente per definire 1’ eterna « questione Adriatica » pendente tra l’Italia e la Jugoslavia. Noi, con grave sacrifìcio, abbiamo abbandonato terre che erano nostre per ragioni geografiche, storiche, strategiche, economiche ed etniche e vi abbiamo rinunciato per poter definire la questione eternamente pendente, ridare la pace ed il lavoro alle popolazioni travagliate dall’immane conflitto. Ma gli jugoslavi non la pensano come noi: a proposito dell’ interruzione dei lavori della conferenza dell’ Abbazia (Aprile 1923) la stampa jugoslava strepita perchè i delegati rifiutino agli italiani il diritto di far parte del Consorzio del Porto di Fiume, giudicando questa clausola il cavallo di Troia del-l’Italia nei riguardi della Jugoslavia. La costa occidentale dell’ Adriatico è notevolmente più importuosa di quella orientale. Dalla linea Monte Gargano-Dulcigno al Nord, la costa italiana è crescente fuori del mare, quella dalmata è calante entro il mare. Da ciò deriva la compattezza della riva occidentale e la frastagliatezza di quella orientale dove il mare, penetrando nelle valli che a poco a poco si sommergono, crea profondi fiordi e seni. L’ unico porto buono che si trova dalle foci del Po allo sprone del Gargano è quello di Ancona formato da un contrafforte che distaccandosi dall’ Appennino precipita in mare, le colline del Guasco e dell’ Astagno che si staccano dal Monte Conero (2). Più a Sud dello sprone del Gargano abbiamo dei buoni porti con Manfredonia, Bari, Brindisi ecc. formati, per lo più, da antiche valli di fiumi. Sulla costa orientale invece si trovano bensì dei porti buoni, come Zara, Spalato, Sebenico, Gravosa, Castelnuovo ecc. ma ad eccezione degli ultimi due collegati con una ferrovia a Mercovich e quindi a tutta la Bosnia, gli altri sono privi di comunicazioni col retro terra a cagione del gradino delle Dinariche che segrega la Dalmazia dal resto dell’ Europa, facendo gravitare questo paese, che sulla scarpata delle Alpi Dinariche si stende, più verso l’Italia che verso il suo retro terra (3). La costa albanese poi è molto importuosa, vi mancano i seni adatti per la creazione di buoni porti ed il lavoro di deiezione dei fiumi è congiunto alla formazione lagunare. Nè meglio si presta la costa croata, dove i Velebiti precipitano da oltre 1000 m. diretta-mente sul mare e dove d’inverno imperversa fortissima la bora che impedisce 1’ accosto a qualsiasi legno. Per le comunicazioni con l’Europa Centrale non rimangono quindi che i porti dell’ Adriatico Settentrionale, più protetti dai venti ed in migliore posizione per la vicinanza al cuore dell’ Europa. Sempre infatti il commercio fu più intenso in questi porti (1) Cfr. Comandante G. Roncagli « Il problema dell’ Adriatico spiegato a tutti », Roma 1918. (2) Vedi più particolarmente : Ente portuale di Ancona. « Il porto di Ancona e la sua sistemazione » dell1 ing. P. Periani. Roma 1921. (3) Dott. C. Maranelli : « Sui rapporti economici con 1’ altra sponda dell’ Adriatico ». Relazione scritta per il VI Congresso Geografico Italiano, 28 maggio 1907.