— 20 - furono sfruttate da Venezia, ma poi, venute in possesso dell’Austria, fu 1’ erario austriaco che le sfruttò. Il minerale, per ordine del governo, doveva essere esportato attraverso Trieste assendo proibita 1’ esportazione di mercurio dalla Boemia verso l’Italia. Nel 1526 fu unito all’ Austria il litorale croato, 135 km. di costa completamente inadoperabile perchè i veneti occupavano le isole che si trovano lungo questa costa. Nel 1529 fu fatta la pace di Bologna con Venezia, ma la libertà dei mari rimase ancora un mito. Nel 1531 i turchi minacciavano la Carniola, la Stiria, I’ Austria e Venezia. Alla fine del 1553 riprendono più violente le lotte contro i carniolici. I triestini cer-can d’imporsi con la forza devastano il mercato di grano di S. Giovanni di Duino. Nel 1563 essi incendiano quello di Corniale, attraverso il quale passavano le merci dell’ Istria superiore al Veneto. I capi triestini furono fatti prigionieri dai carniolici e corsero il rischio d’ essere appiccati : furono rilasciati per 1’ intervento dell’ Imperatore. Morto Ferdinando 1° i suoi domini vengono divisi fra i successori. La Stiria, la Ca-rinzia, la Carniola, Gorizia. Trieste, Fiume, l’Istria ed una parte del litorale croato passarono al tiglio arciduca Carlo. Causa l’infuriare delle guerre contro i turchi e le lotte religiose, nessun provvedimento viene preso per lo sviluppo commerciale. Nel 1564, essendosi rifiutati i triestini di pagare a Venezia dei tributi, scoppiò tra le due città un’altra guerra e, molestando i segnani le flottiglie venete, Venezia chiede che venga loro interdetta la navigazione e vengano trasportati entro terra. Questi provvedimenti chiesti da Venezia non vengono attuati, nè Venezia insiste, preoccupata come era della minacciosa avanzata dei turchi. Nel 1570 i veneti distruggono le Saline di Trieste affermando che soltanto ai signori dell’ Adriatico doveva essere riservato lo sfruttamento dei prodotti del mare. Ad onta di questa distruzione le saline di Trieste aumentano e da 800, com’ erano nel 1570, crebbero a 1615 nel 1609. Quest’'aumento nella produzione del sale non è dovuta tanto al-1’ abilità dei triestini quanto alla politica protezionistica allora seguita dall’ Austria. Un forte dazio d’importazione gravava sul sale. Nel 1574 viene riaperta al commercio triestino la strada del Semmering, interdetta a tale commercio prima di quest’ epoca. L’ arciduca Carlo tenta anche di riordinare la moneta dei suoi paesi, ma non vi riesce. Le provincie meridionali continuano a servirsi della moneta veneta, migliore di quella austriaca perchè non falsata. Unico commercio un po’ prospero nella piazza di Trieste era, al tempo della morte dell’ arciduca Carlo, quello dell’ olio d’oltre mare. Erano 17 le ditte commerciali che trafficavano in questo genere di merci che aveva il suo sbocco nel Friuli, in Carinzia, nella Stiria e nella Carniola. Successore di Carlo fu Ferdinando, più tardi imperatore Ferdinando II. Sotto il suo regno scoppia la guerra degli Uscocchi. All’ approssimarsi delle orde turche i cristiani fuggivano e caduta Clissa che sovrasta Salona, erano fuggiti pure gli Uscocchi che presero stanza a Segna. Una parte di questi Uscocchi fu stipendiata dall’imperatore per opporla ai turchi, e questi Uscocchi furono detti gli stipendiari, l’altra parte andò alla ventura, e questi Uscocchi furono chiamati i venturini. Questi venturini furono molestissimi tanto ai veneti che agli austriaci perchè, armati di legni velocissimi che calavano sotto il mare quand’ erano inseguiti e li mettevano a galla una volta scomparso il pericolo, infestarono 1’ Adriatico dandosi alla pirateria. I veneti, d’ altro canto, accusarono gli ufficiali austriaci di corruzione perchè incettavano buona parte della refurtiva dei pirati. Tutti questi contrasti condussero ad una guerra che fu combattuta presso Gradisca, guerra detta appunto degli Uscocchi e che terminò con la pace di Madrid del 26 marzo 1617. In essa fu stabilito che una commissione formata da due membri della repubblica e da due austriaci doveva giudicare quali