— 19 — L’ Austria era allora formata da un caotico insieme di stati e comprendeva : l’Austria Danubiana, quella interna e quella interiore, i confini italici, cioè Trieste, l’Istria, la Liburnia e la Carsia. (Gorizia passò all’ Austria nel 1500 per eredità e Gradisca fu conquistata da Massimiliano nella guerra del 1508-1523 vinta più per raggiri politici che per fortuna d’ armi). Il reame di Napoli spettava allora alla famiglia d’ Aragona nella quale, per matrimonio, era entrato 1’ arciduca Filippo che assunse poi, col nome di Carlo V", la corona di Spagna e delle Americhe e quella d’Austria, in seguito alla divisione fattane da Ferdinando 1“. Gli Angioini marciarono alla conquista del reame di Napoli e già erano in possesso di tutto il Regno, cingendo ancora d’assedio la sola Bari, quando l’Imperatore Massimiliano mandò in soccorso 3000 lanzichenecchi che i triestini trasportarono così velocemente da riuscire a salvare Bari ; dalla quale città il generale spagnolo marciò alla conquista dal reame. Per questo fatto i triestini si ebbero come ricompensa una serie di privilegi nel reame di Napoli e di Sicilia, privilegi che furono a loro rinnovati da Carlo 1“ come imperatore di Spagna. Anche Massimiliano emanò parecchi ordini tentando di risollevare le sorti di Trieste, ma niente di positivo si concluse. Trieste allora sviluppava un traffico di grande cabotaggio con Venezia, con le piazze Emiliane di Ferrara e Ravenna e con quelle Marchigiane di Pesaro, Ancona (residenza di un console generale dei Triestini) Rimini e Sini-gallia. Anche coi porti napoletani di Bari (altra residenza d’ un console generale triestino) Manfredonia, Barletta, Trani, Brindisi e Otranto, Trieste manteneva relazioni d’ affari. Su queste piazze i triestini godevano il trattamento delle nazioni più favorite, come i veneziani e i fiorentini. L’hinterland di Trieste s’ estendeva fi-no a Praga, ma mancando al traffico quel carattere d’internazionalità, proprio ai traffici transoceanici, Trieste, più che vivere, vegetava. Morto Massimiliano, i suoi paesi furono ripartiti [secondo quanto questi aveva stabilito, in modo che a Carlo V“ toccava la Spagna, Napoli e Sicilia, Milano, Gorizia, Trieste, il Carso, l’Istria e Fiume, in una parola i paesi spagnoli ed italici ; il resto andò a Ferdinando. Sapendo la Spagna potente per mare i triestini concepirono un piano grandioso. Essi pensarono di creare a Trieste il più grande porto militare dell’ Adriatico, facendo costruire un cantiere e cercando d’imporsi ai veneti con le armi. Ma Carlo V" non seppe o non volle assecondare le utopie dei triestini e si limitò a raccomandare al Duca d’Austria di far convergere a Trieste il commercio dei paesi interni. Egli fece di più. Il 4 Agosto del 1519 nell’ istruire i diplomatici che partivano per trattare la pace con Venezia, pace che fu conchiusa nel 1523 a Worms, egli disse che i Veneziani dovevano concedere ai triestini la libertà di navigazione sull’ Adriatico, 1’ abolizione del tributo annuo e ritornare i paesi occupati durante la guerra. I triestini invece non dovevano più occupare i nodi stradali interni. Naturalmente i veneziani s’impegnarono in questo senso ma non mantennero i patti nè, date le condizioni di allora, avrebbero potuto mantenerli. Lo stesso anno, cioè nel 1519, Carlo V cedette Trieste, Gorizia, Gradisca, Marano e domini adiacenti a suo fratello Ferdinando. L’Impero di 'Ferdinando [durò 40 anni. Fu continuamente travagliato da guerre all’ esterno, contro i turchi, e da tumulti e sollevazioni all’ interno, da scissure religiose che si identificavano con quelle politiche. Ferdinando tentò di creare una flotta nell’ A-driatico, ma i suoi sforzi fallirono completamente. Venezia era ancora troppo potente. Continue erano le lotte tra i carniolici ed i triestini : quelli volevano commerciare con Venezia, questi tentavano di far deviare i traffici a favore di Trieste. Un po’ d’incremento ebbero i traffici triestini quando la contea di Gorizia passò all’ Austria. Nel 1508 furono scoperte le miniere di Mercurio d’Idria. Dapprima, esse