- 28 — che raccoglieva il maggior numero di voti veniva proclamato eletto. Come si vede una inutile perdita di tempo che non garantiva niente. A poco a poco s’inizia una sistematica organizzazione dei traffici che prima non esisteva. Venne istituito un ufficio per la consegna delle merci (Güter Bestätter Amt). Si crea una classe di sensali per il commercio delle merci ed una per il noleggio dei mezzi di trasporti terrestri (i cosidetti Brief-Träger). Si disciplinano gli equipaggi delle navi, si promulgano leggi mercantili e si rende pronta e facile la procedura nei tribunali commerciali. Lentamente, ma sicuramente, il commercio di Trieste inizia quella parabola ascendente che avrà il suo culmine nel 1913. Infatti la città, che alla morte di Carlo VI contava 5000 abitanti, ne conta, alla morte di Maria Teresa, già 17.000. Sotto Giuseppe II continua l’incremento della città. La Borsa ed il Collegio dei Mercanti vengono via via perfezionati, acquistando sempre maggiori prerogative. Dal Collegio dei Mercanti viene nominata la Deputazione di Borsa per il disbrigo degli affari correnti. A questa Deputazione è demandato pure il potere per 1’ elezione degli arbitri nei compromessi commerciali e quella dei periti per la stima di partite in conte-stazione. Sono istituzioni empiriche queste, ma molto pratiche che rendono possibile lo svolgersi vorticoso della vita commerciale, giacché evitano, il più delle volte, il ricorso alla magistratura, sia pure mercantile, che è sempre un inciampo e un onere non indifferente per le parti. È preziosa in commercio la massima del prof. Bolaffio : « Nelle questioni commerciali, transigere sempre 3. Ormai a Trieste sono concessi tutti i privilegi che allora si credette opportuno concedere. Nè Giuseppe II, nè Leopoldo II, nè Francesco I confermano più i privilegi concessi a Trieste. Questo avviene perchè Trieste non è più considerata come le altre città dell’Impero, ma la si considera come 1’Emporio dello Stato, l’avamporto di Vienna. Le leggi che concedono i privilegi sono passate nella categoria delle leggi provinciali e quelle riguardanti la concessione del porto franco rientrano nella categoria generale delle leggi doganali. Diventano tutte leggi insomma che possono bensì venire abrogate con altre leggi, ma non abbisognano della conferma per rimanere in vigore. Con la pace di Vienna del 14 ottobre 1809 F Austria cedeva alla Francia Gorizia, Villaco, la Carniola, Trieste, 1’ Istria, Fiume, la Croazia fino alla Sava e la regione che si stende fra la Sava, il confine turco e il Quarnero, comprendendo le isole e la Dalmazia fino a Ragusa ed alle Bocche di Cattaro. Questi territori formarono le provincie illiriche dell’ Impero francese. Il Governo Francese conservò in queste provincie il regime vigente prima dell’ occupazione ; solamente gli alti funzionari governativi, prefetti, governatori ecc., furono sostituiti con funzionari francesi. Tuttavia alcune istituzioni francesi furono trasportate in queste provincie, così la costituzione dei consigli di famiglia e quella dei giudici di pace. Fu proclamata la libertà del culto e 1’ eguaglianza degli uomini. L’ articolo 7 del trattato di Vienna stabiliva : « L'Imperatore dei francesi s’impegna di non frapporre alcun impedimento al commercio d’importazione e d’ esportazione dell’ Austria attraverso i porti di Trieste e Fiume, senza che ciò possa intendersi delle mercanzie inglesi o provenienti dal commercio inglese. I diritti di transito per le mercanzie in tal modo importate o esportate saranno minori di quelli per le mercanzie di ogni altra nazione, esclusa l’Italia ». I francesi proclamano la parificazione in materia doganale e perciò aboliscono i porti franchi e gli antichi privilegi. Ciò nonostante però Napoleone concesse nel 1811 il porto franco a Ragusa, 1’ entrepôt reale e fittizio a Trieste per il commercio del cotone « la forzosità delle strade commerciali, quella che i triestini chiesero a Federico III. Per mare, la guerra contro gli inglesi continuava asprissima : da ciò la necessità di servirsi delle antiche strade romane per il commercio col levante. Fu così che si ripristinò il traffico carovaniero che da Costantinopoli, per Salonicco, attraverso la penisola