402 LA DALMAZIA barich, una vera arca di Noè. Una parete di quell’arca è tappezzata con avvisi di diverse lotterie, promettenti le solite vincite spettacolose. Il maestro popolare di Yerlika che viaggiava meco, legge la vincita di 100,000 fiorini e ci si metto a filosofare disperatamente. Egli non poteva, neanche con la fantasia, immaginare tale somma. Che cosa ne avrebbe fatto? Prima di tutto, avrebbe rinunziato telegraficamente al meschino posto di maestro... Glie lo credetti. Dopo altre due ore di viaggio, si scorge biancheggiare la borgata di Yerlika, mollemente adagiata alle falde d’una collina sormontata da un nudo picco fortificato. Poco prima, a destra, ammirai il monastero greco-ortodosso di Dragovich, con l’annessa chiesa, in posizione amena, sulla riva sinistra del Cettina. Le prime case di Yerlika e tutto il panorama della borgata predispongono bene di primo acchito il viaggiatore: sembra una sultanina alpestre. L’albergo che vi accoglie è molto decente, ma, se siete conosciuto in paese, non potrete profittarne, perchè numerosi saranno gli inviti cortesi d’ospitalità per parte dei migliori cittadini. Arrampicandomi sull’antico forte diroccato, vo rivangando qualche dato storico di Yerlika. Secondo alcuni, gli avari, d’origine tartara dalla Pannonia, quando nel 599 d. C., valicati i Carpazi, irruppero in Dalmazia, presero anzitutto l’odierna Yerlika: nel xv secolo fu soggetta a Sigismondo d’Ungheria e nel 1687 venne conquistata dalle armi della Serenissima. Gli altri eventi della sua storia locale s’intrecciano con quelli della storia generale della Dalmazia montana : fu presa e ripresa da varie armi, fu un baluardo contro l'irruzione delle orde turchesche, registrando il suo nome a caratteri d’oro nei fasti militari del popolo dalmato. Eccoci tra le macerie del castello. Esso doveva far parte