LA DALMAZIA perto da una corta camiciuola di tela ruvida. La pioggia, il vento, la neve, la canicola lo sferzano fin da quell’età, nè egli perciò si lamenta o perde la sua ciera paflùtella: il suo cranio, così esposto alle intemperie, ben presto si rinforza talmente che, ad età avanzata, acquista consistenza di ferro ricoperto da cuoio. Così si spiega perchè il morlacco può esporsi ai più cocenti raggi solari, per giornate intiere, senza che lo colga la meningite o altro malanno. Se il bambino è di costituzione fisica debole, egli, come dissi, muore nei primi anni; altrimenti, la sua forza di resistenza diventa fenomenale. Dai quattro ai dieci anni è pastore. In quell’epoca egli si predispone alla vita contemplativa. In certi villaggi dovrebbe frequentare la scuola, ma i suoi genitori fanno il possibile per esimernelo; tant’è, dopo di aver appreso stentatamente leggere e scrivere, ben presto dimentica tutto e a dodici anni ridiviene analfabeta. Dopo i dieci anni, lo rimpiazzano i più giovani di lui nelle mansioni della pastorizia, essendo egli già atto ad accudire ai lavori più faticosi del campo. A quell’età diventa un elemento prezioso per la famiglia e poco dopo il padre pensa già ad ammogliarlo. Egli incontra la sua futura sposa ad una sagra, oppure il padre glie la ha già scelta fin da quando il suo morlacchetto era nelle fasce. Guai per lui ribellarsi alla scelta paterna: si tratta della figlia di un vecchio amico di casa, o di un ottimo vicino ; fra loro si combina, per diversi motivi, un simile matrimonio, talvolta per reciproco interesse, tal’altra per soffocare, con quel vincolo di parentela, vecchi rancori di famiglia che facilmente potrebbero degenerare in conflitti sanguinosi. Gli sposi così predestinati accettano il verdetto dei genitori con la massima rassegnazione. Si dà il caso che un morlacchetto venga ammogliato a dieci anni con una ragazza molto