ZARA 37 tori. Per contagio diretto me ne entusiasmai io pure, tanto più dopo di averlo visitato nei suoi dettagli, con la scorta pyj- •: v. di un cicerone così autorevole. E dire che quella rarità archi- tettonica servì, per oltre cento anni, da magazzino militare di vettovaglie. Non par vero ! Il Freeman visitò San Donato quando esso era già ridato al culto dell’archeologo, dello storico, dell’artista. « Ai tempi di Costantino, scrive l’illustre inglese, presso Sant’Anastasia si innalzava, ed esiste tuttora, una chiesa rotonda, non piìi officiata, che allora si chiamava della Trinità e ora viene chiamata di San Donato. La sua cupula e la torre di Santa Maria sono i due oggetti che attraggono l’occhio alla prima vista di Zara ». Come il solito, la tradizione vuole che l’edificio fosse un tempio pagano, dedicato a Giunone; ma non ha affatto l’aspetto di un tempio, e nemmeno l’imperatore, che ce lo descrive minutamente, ci dà indizi per ritenere che lo fosse. È evidente però che, se non era da per se un tempio pagano, gli avanzi d’un tempio pagano debbono averne fornito i materiali. Formata da due chiese rotonde, una sovrapposta all’altra, l’intera mole s’innalza a una grande altezza, quella della chiesa inferiore essendo già abbastanza considerevole. Gli archi delle rotonde posano su massicci pilastri rettangolari di proporzioni veramente romane, eccetto due grosse colonne, con magnifici capitelli d’ordine composito, che segnano il passaggio alla triabside dell’estremità orientale. Se si levassero tutte le aggiunte fatte, per ridurlo ad uso profano, questo tempio sarebbe uno dei più bei tempi rotondi che si conoscano. La così detta casa di Giunone a Zara sarebbe una rivale della così detta casa di Giove a Spalato. La chiesa superiore è dello stesso tipo dell’inferiore: ha tre colonne libere e non guaste, ma che non possono gareggiare di bellezza con quelle incatenate, di sotto.