LA DOTTA RAGUSA 279 cate dello splendido peristilio di Spalato. Sigismondo, il penultimo che portò la corona di Diocleziano nella città eterna, ha il suo nome inciso su un edifizio meno lontano dalla casa di Diocleziano di quanto una distanza di undici secoli potrebbe farci supporre. Qualche pedante stimmatizza le colonne perchè troppo corte... Poiché l’arco prende il posto del cornicione, l’architetto afferrò la verità che l’altezza dell’arco può benissimo esser tolta dall’altezza della colonna. Biasima egli i capitelli ?... Rispondiamo francamente : perchè s’ha a vincolare l’arte? Un capitello corintio è una bellissima forma; ma perchè dovremmo impedire alla mano dell’uomo di disegnare altre forme belle? L’architetto di Ragusa azzardò coprire alcuni dei capitelli con fogliami che non seguono la regola pedantesca ; in altri avventurò di introdurre forme del regno umano ed animale, oltreché del vegetale. In un punto, pare gli sia mancato il gusto: sopra alcuni capitelli, le figure alate sanno un po’ del triviale rinascimento. Ad ogni modo, i capitelli sostengono archi degni di loro: archi rotondi con cornice ed ornamenti adatti alla loro forma. Quell’arcata non fa che destare il desiderio che ve ne fosse di più e che della stessa mano ve ne fosse una fila più lunga. Compariamola semplicemente con l’opera italiana delle due chiese vicine, la cattedrale e San Biagio. Prima del terremoto, quando esse non esistevano, Pisa e Durham avrebbero potuto stendere la mano destra, pegno di fratellanza, alla romanesca Ragusa : dopo, l’avrebbero negata alla Ragusa gesuitica. Il cortile del palazzo del rettore, se non è del tutto degno dell’arcata, non è però un modello spregevole dello stesso stile. Contiene alcuni monumenti di dignitari ragusei, e vi si entra per una porta laterale con due battenti antichi, uno dei qnali forma degno pendant a quello grande di Durham-