284 LA DALMAZIA e si faranno scavi su vasta scala, allora Epidauro, nuova sfinge archeologica, avrà spiegato il suo enimma. Noi possiamo, del resto, immaginarci i profughi epidauritani in cerca duna posizione più sicura, ove fondare la loro nuova città e li vediamo fermarsi sulle aride rupi su cui ora sorge Ba-gusa. Da altri paesi, da Salona, per esempio, accorsero altri profughi e s’installarono in quel nuovo nido inaccessibile, sicuro da ulteriori scorrerie di popoli barbari. Così ebbe origine l’attuale Ragusa. È certo che in Epidauro fioriva il culto d’ Esculapio : lo abbiamo detto, parlando della casa di Diocleziano e del suo tempio dedicato a quel taumaturgo dei tempi pagani. Era adorato sotto forma di serpente, e l’attuale Bagusavecchia ne conserva la tradizione nel suo stemma comunale. Così pure un’immensa grotta, sul fianco orientale del monte Snjezniza, » la caverna d’Esculapio », mantiene fin oggi la memoria del culto epidauritano. Chiunque si reca a Eagusavecchia non trascura di visitare quel bellissimo fenomeno naturale. Vi si accede per un’apertura di otto piedi nel vivo macigno. La grotta, con altre minori laterali, dalla forma di tempio a croce, è lunga 92 piedi e larga 164. Biechissima com’è di stalattiti e stalagmiti, offre al visitatore e al naturalista argomento di studio e d’entusiasmo. È nel mezzo un laghetto « la vasca della ninfa », con acqua acidula e tanto gelata, che non è possibile berne tre sorsi continuati. — In fondo alla vasca — mi disse un contadino — sono tre monete d’oro, preziosissime, che nessuno osa pigliare, temendo lo colga sventura. — Qui, in questa fredda grotta, viveva Esculapio? — Senza dubbio : e dopo la di lui morte, era abitata dal serpente... Eisale al x secolo la seguente leggenda : un feroce dragone