10 LA DALMAZIA — Proprio nepote?... — Così si dice a bordo: vox impali... È bellina, del resto... — Come quasi sempre le nepotine dei reverendi... Intanto, i passeggeri s’erano messi a tavola: un barone goriziano con la sua consorte e due figli; una famiglia di americani da New-York; alcuni giovani ufficiali; tre negozianti dalmati; cinque viaggiatori di commercio. Il comandante, un carissimo lupo di mare, figlio di Dalmazia, prese il suo posto a capo della tavola. E mentre i camerieri servivano la prima portata, la signora baronessa, impressionata dal movimento indiscreto del piroscafo, domandò, con visibile ansietà, se il vento avrebbe infuriato davvantaggio. — Oh, no — le rispose il comandante, tanto per rassicurarla ; — nel Quarnero ci sarà un po’ di mare, ma non c’è pericolo veruno... — Non domando per paura, caro capitano... Gli è che soffro orribilmente il mal di mare. Il vecchio cameriere, fissandomi, volle interpretare a suo modo, con una strizzatina d’occhio, la riserva della baronessa, quasi volesse dirmi: « A noi, gente di mare, fanno compassione queste care signore delicate, coi loro nervi tanto sensibili. Che le pare? ». Ma io che conoscevo il Quarnero per dura esperienza, non ne ero, quella sera, abbastanza rassicurato : sapevo benissimo che avrei, pel primo, dato il segnale dell’esodo dalla tavola. E voi, egregi lettori, non comprenderete come, dopo d’aver attraversato due volte l’Atlantico, si possa tuttavia esser accessibili al mar di mare. Non lo comprendo neanche io; ma è un fatto che, quella brutta sera, adducendo un capogiro improvviso, mi ritirai da tavola senza assaporare la cena succulenta. Maledissi a quel capriccioso Quarnero, anche perchè dovetti interrompere la con-