50 LA DALMAZIA centrale, civile, militare ed ecclesiastica della provincia. I funzionari pubblici d’alto bordo, che ebbero educazione universitaria, danno al paese l’intonazione di correttezza, di dottrina, di intelligenza raffinata, di modernità. I paesani stessi che affluiscono a Zara dai dintorni, specie nei dì festivi, si studiano di comportarsi con la maggior grazia possibile. Fissano i loro appuntamenti in piazza delle Erbe, o sul canton, che è l’angolo formato dalle vie Santa Maria e San Michele, vicino alla chiesa di questo nome. Combinati i loro affari, finiscono all’osteria, o, per meglio dire, alla cantina, che, a Zara, è abitudine di vendere il vino al minuto in cantine, al prezzo indicato sur un foglio di carta, bianco o rosso, in cima ad una lunga canna, sporgente dalla porta delle cantine. Sventuratamente, le paesane che affluiscono alla piazza delle Erbe nei dì feriali, non emergono per soverchia pulizia. Non sono come le paesane di Bagusa, che non azzardano entrare in città, senza indossare biancheria linda di bucato. I ragusei ottennero ciò, con un mezzo molto semplice: per alcuni anni stavano appostate alle porte di città guardie apposite, il di cui còmpito era d’esaminare, se i paesani che desideravano entrare in città, fossero puliti. A chi non era pulito e lindo veniva interdetto qualsiasi contatto con la città e coi cittadini. Così la pulizia delle persone entrò nelle costumanze dei paesani ragusei. Perchè non si potrebbero adottare le stesse misure preventive nella gentile Zara? Lo straniero ne trarrebbe un’impressione ancor più lusinghiera. La graziosa città ha pur tanti titoli autentici all’ammirazione del mondo civile. Per coglierla nelle sue manifestazioni pubbliche più geniali, basta assistere ad una rappresentazione nell’elegantissimo teatro Nuovo, o ad un liston