108 LA DALMAZIA gnore della Tebaide), il signore di tutti i paesi, il quale dispensa vita, salute e forza al pari del dio Sole ». Da un frammento d’architrave tuttora esistente risulta che il portico, dinanzi alla porta del mausoleo, si protendeva in una specie di galleria coperta, al di sopra della su detta gradinata. Su quella galleria s’erge il superbo campanile. Vi impone la grandiosità della porta d’ingresso al mausoleo: gli stipiti e l’architrave sono formati da tre soli massi di granito. Si domanda rispettosamente come facessero, a quei tempi, maneggiare blocchi così enormi! Sopra l’architrave della porta maestosa riposavano, fino al 1818, in un’urna, le ossa delle figlie di Bela IV, re d’Ungheria, morte a Glissa nel 1241, quando il loro padre, inseguito dai tartari, s’era rifugiato in Dalmazia. Irresistibile il profilo eminentemente artistico del mausoleo imperiale. Si noti che la bellezza architettonica non è punto compromessa dal campanile cristiano, costruito a dieci secoli di distanza, dinanzi alla porta d’ingresso, al di sopra della gradinata. Perocché quella torre superba, di quattro piani con la lanterna, dimostri chiaramente quanto l’architetto cristiano abbia rispettato il peristilio antico ed ammirato la innovazione architettonica di Diocleziano. Lo stile della torre è esattamente informato a quello del peristilio: vi si vede la colonna corintia che sostiene archi. E, per quanto gli fu possibile, l’architetto cristiano adoperò materiali pagani dell’epoca dioclezianea. Così che è un’armonia perfetta tra l’ex-mausoleo pagano e il campanile cristiano. Vuoisi che la costruzione del campanile sia stata iniziata nel 1322, a spese della regina Maria, moglie di Carlo lo Zoppo di Napoli, ed ultimata appena nel 1360 per opera di Elisabetta, madre di Ludovico d’Ungheria. Ne fu architetto Nicolò Tverda, spalatino. Aveva, in origine, sei piani, di cui