LÀ DOTTA RAGUSA 265 « Essendoci state più volte presentate e presentandoci anche oggidì querele di molti signori circonvicini contro i nostri mercanti che abitano le terre della Narenta ed anche contro altri ragusei per il commercio che fanno dei loro sudditi; considerando che tale mercimonio è turpe, nefando, ab-bominevole e contrario ad ogni senso d’umanità, e che ridonda a danno non piccolo e a disdoro della nostra città, vale a dire che l’umana specie fatta a similitudine del nostro Creatore, debba convertirsi in oggetto mercimoniale e vendersi come si smerciano i bruti; e volendo che ciò più non avvenga, stabiliamo e decretiamo che, in avvenire, nessun nostro distrettuale, o forese, abitante nella città di Ragusa o nel suo distretto, o in generale chiunque si chiama raguseo, non possa, sotto verun pretesto, od intenzione, ardire o presumere di comperare nè vendere alcun schiavo, alcuna schiava, nè farsi mediatore di siffatta mercanzia, e nemmeno tener società o parte con chississia, cittadino o forestiero, il quale facesse o mantenesse tale esercizio, cominciando da Budua fino a Spalato. Chi contravverrà, dovrà stare, per ogni volta, sei mesi nelle carceri profonde di Ragusa, e pagare per ogni capo, o persona che avesse venduto o comperato, o per cui si fosse fatto mediatore o partecipe, 25 ipperperi, e mai cominci il termine della sua pena, finché non avrà pagato la pena pecuniaria..... Ordiniamo parimenti che nessun forestiero di qualsivoglia condizione osi o presuma di fare siffatto mercato entro il nostro distretto, sotto le pene comminate di sopra. Parimenti cho nessuna barca, nave, o vascello nostro in verun modo osi o presuma trasportare tali schiavi, o schiave, sotto pena al capitano di stare sei mesi nelle carceri profonde por ogni singola contravvenzione, e ai marinai di stare ciascuno nelle stesse carceri profonde tre mesi ». Nè si creda che il decreto citato della piccola repubblica slava non avesse, a quei tempi, un’importanza internazionale, e fosse puramente un atto di sentimentalismo locale. Tutt’al-tro. Essa aveva nelle più floride città commerciali del mondo le sue colonie che avevano diritto e dovere di reggersi a leggi patrie : sulle coste dell’Asia e del Mediterraneo, dove Eagusa aveva istituito i suoi fondachi più ricchi e più fiorenti, il mercato degli schiavi era una necessità dei tempi : i vascelli 17 — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia.