LA CASA DI DIOCLEZIANO 109 due crollarono, rovinando quasi tutto il portico coperto intorno al mausoleo, e spezzando in due la sfinge. Povera sfinge! Dopo 4000 anni d’esistenza, doveva esser trasportata ai lidi dalmati, per subire l’insulto di un macigno cristiano che le rompesse le coste... Perchè mai le generazioni moderne le inflissero il nome di « Gorgona? ».È bella, del resto, anche oggidì. Lunga due metri e mezzo, snella, elegante, tutta di granito sienitico. Ma la offendereste, sospettando eh’essa abbia servito d’idolo al culto pagano. Niente affatto. Insieme alla sua consorella, ora acefala, serviva di decorazione al peristilio della magione, e nulla più. Internamente l’ex-mausoleo è rotondo ed ha un diametro di 13 metri. Nei muri, grossi tre metri e mezzo, sono incavate sette nicchie : tre grandi e quattro minori. Di queste ultime, due, ai lati dell’ingresso, sono rotonde; le altre angolari. Delle tre grandi, una, quella dirimpetto all’ingresso, venne più tardi, per le esigenze del culto cristiano, forata, ampliata e ridotta a coro. Al posto della nicchia sorge ora l’altar maggiore. L’altra grande nicchia a sinistra venne pure ampliata e in essa eretto un altare a s. Dojmo, protettore della città, primo vescovo di Salona, che, insieme ad altri 45 cristiani, subì il martirio per ordine di Traiano, nell’anno 110 d. C. Di fronte all’altar di San Dojmo, l’altra nicchia grande venne forata, per aprire una seconda porta sussidiaria. In due piccole nicchie, ai lati dell’altar maggiore, stanno altri due altari. Infine, poiché il mausoleo era oscuro e riceveva luce unicamente dalla porta, i cristiani vi forarono parecchi finestrini antiestetici. L’ex-mausoleo pagano venne, insomma, dai cristiani conservato, sì, ma deturpato parecchio. Per comprendere il mausoleo di Diocleziano, dobbiamo spogliarlo mentalmente di tutte codeste superfetazioni cristiane. Quasi appoggiate al muro rotondo, otto belle colonne di gra-