IN PIENO ADRIATICO 147 le quali troverete finestre bifore e trifore a sesto acuto che accennano al gotico, o ne sono un’espressione genuina. Entriamo nell’ampia e maestosa cattedrale, per ammirarne la ricchezza di marmi e di dipinti. Ha undici altari marmorei : quello della Santa Croce in marmo nero antico, tre altari di pavonazzetto antico, l’altare della B. Y. Addolorata di diaspro di Sicilia; e, sull’altar maggiore, un San Stefano papa e martire, di Giacomo Palma. Un pastorale del xvi secolo di rame dorato, listato d’argento, con lavori a cesello e con settantadue figurine, è un lavoro finitissimo. — Ed ora andiamo alla cappella di San Spirito! — mi disse il prof. Giacomo Boglic, l’indimenticabile mio maestro, che illustrò con tanto amore e fortuna quella sua città nativa. — Vedrai una chiesuola antica e una pala pregiata. S’entrò nella città antica, a ridosso di un colle, cinta di mura in parte crollate. Si cammina quasi tra ruderi. I seguaci del Profeta, quando, nel xvi secolo, incendiarono Pharia, lo fecero, evidentemente, con una certa cognizione dell’arte pirotecnica... — Ma io non veggo le vostre vantate palme, egregio professore. Evidentemente, Lesina è una mistificazione!... Non lo avessi mai detto! Questa mia insinuazione venne accolta da una protesta energica. « Non hai veduto palme!... Sei cieco-nato!... Bisogna proprio negare la luce del sole!... ». E mi trassero, il professore ed altri amici, intorno alla città vecchia, alla nuova, lungo la marina — e centinaia di magnifiche palme gigantesche, talune nascoste in giardini privati, altre in completa libertà, mi confusero col loro muto rimprovero. — Ne sono persuasissimo ! — esclamai ; — la vostra Lesina è un incanto, una zona tropicale senz’alcuna restrizione, un cantuccio del Cairo.