272 LA DALMAZIA rete, se non per ammirare qualche bel frammento architettonico sorvissuto alla catastrofe del 1667 e per convincervi sempre più che, a Ragusa, il Favretto avrebbe trovato parecchi motivi ai suoi quadri. Ma non tralascierete di visitare la via Priko, parallela allo stradone. « In essa — vi racconteranno i ragusei — abitavano, nell’epoca florida della repubblica, i più ricchi negozianti ed armatori. Era la via dell’oro. Allora, sul posto dell’attuale stradone, era un braccio di mare ; la prima fila di palazzi non esistendo, i bastimenti carichi di mercanzie si ancoravano fin sotto i ricchi fondachi. Si calcola che, in una certa epoca, i negozianti di Priko avrebbero potuto radunare fra loro cento milioni di ducati ». Tempi passati: ora Priko è un quartiere povero, dove non vive la parte più agiata della cittadinanza. Inoltrandoci dalla porta Pile nello stradone, ci fermiamo, a destra, dinanzi ad una fontana monumentale, con belle decorazioni. Riceve la sua acqua da un aquedotto antico. Quasi dirimpetto, a sinistra, la chiesa dei francescani che in ordine architettonico non è notevole, se non per il suo campanile di stile romanesco e di data antica. Nella chiesa troveremo una Via Crucis rimarchevole. E, nel convento annesso, la celebre biblioteca ricca di documenti che illustrano i fasti letterari di Ragusa ; poi un cortile stupendo con colonnati a doppie colonne e capitelli lavorati ammirabilmente. In alcuni negozi dello stradone si lavorano i costumi nazionali, ricamati con seta ed oro. Costano somme ingenti e vengono trasmessi da padre in figlio, come un oggetto prezioso di famiglia. In fondo, lo stradone fa capo alla seconda porta, l’orientale, che conduce al borgo Ploce. A sinistra è la dogana monumentale, a destra la piazza principale, decorata dalla statua di Orlando e fiancheggiata dal bellissimo palazzo comunale, dal teatro comunale, dal più elegante caffè di Ragusa ; indi