346 LA DALMAZIA distretti morlacchi si dovrà ben presto ridare il permesso di portar armi, per evitarne l’emigrazione in massa. Però, più che dal dente della capra e dalle armi, i distretti ove vivono morlacchi sono devastati dall’usura, una pianta malefica che alligna rigogliosa nelle borgate montane di Dalmazia, soffocando a dirittura la vita economica dei paesani. E bene, contro quella peste nessun funzionario di Dalmazia ha pensato mai di procedere con energia... A Zara, s’era formato un consorzio agricolo con intendimenti benefici, presieduto dal conte Manfredo de Borelli. S’era prefisso di migliorare le condizioni deU’agricoltura, specie nei distretti montani, dove essa è esercitata in modo assolutamente primitivo. Or bene, tutti sanno che il consorzio se ne sta, da anni, del tutto inoperoso, causa lo scarso incoraggiamento delle sfere dirigenti dalmate. Le quali, per civilizzare i morlacchi secondo i criteri teutono-moderni, fanno molto, forse troppo; ma fanno ben poco per innalzarne il livello economico, generosa e sola fonte di progressi civili. Le masse morlacche sono ancora brutalmente selvagge, unicamente perchè brutalmente povere. * * * Trovandomi tra i morlacchi e vedendo che tutte le loro case erano costruite preadamiticamente •— quattro pareti rozze, una porta, un tetto di pietre o di paglia — domandai ad un amico perchè, i più doviziosi, non si costruissero una abitazione più comoda, più moderna. E n’ebbi in risposta che non lo facevano “ per non diventar ridicoli ». — Io ho tra i morlacchi — soggiunse — diversi parenti relativamente ricchi: hanno vaste tenute, numeroso gregge, molte braccia in casa, vino e pane per tutto l’anno, vendono lana ed altre derrate. Pure, non m’è stato possibile indurli a costruirsi una casa con qualche conforto e neanche un letto,