392 LA DALMAZIA lovic, dai dintorni d’Imosld, aveva ricercato — « isprosio « — una gentile sua compaesana. Fatalità volle che, alla vigilia delle nozze, egli fosse arruolato nell’esercito per tre anni. Durante la sua assenza, un suo rivale ricercò — « priprosio » — la sua fidanzata, la quale, nell’incertezza del ritorno del Sekulovic, accettò il nuovo fidanzato. Eisaputo ciò, il Sekulovic, chiese ed ottenne un breve congedo, adducendo sventure di famiglia, e giunse a Imoski alla vigilia delle nozze della sua infida ex fidanzata. Il giorno appresso, appostato sulla porta della chiesa, attese gli sposi, e quando li vide alla portata della sua pistola, con un colpo al cuore freddò la sposa. Poi, per non esser soprafatto dal numero, si diè a gambe. Lo sposo non doveva tollerare un simile affronto: se non avesse reagito, inseguendo l’assassino, la pubblica indignazione lo avrebbe colpito inesorabilmente. E cercò, per lunghi giorni e notti, il rivale attraverso monti e balze. E il Sekulovic lo cercava pure: un duello a morte era inevitabile: uno di loro era superfluo su questa terra... Una notte oscura, s’incontrano sur un’aia, dopo d’essersi riconosciuti dalla voce: scaricano, un contro l’altro il fucile e le pistole: ambedue rimangono illesi : vengono alle mani, impugnando gli hangiari : la lotta è tremenda, spaventevole: al Sekulovic arride la fortuna, egli atterra il suo avversario, lo uccide, gli apre il petto e, strappatogli il cuore ancor caldo e palpitante, glie lo morde disperatamente, indi glielo getta in faccia. Poi, si dà alla macchia, nella banda del famoso brigante Simic. Dopo quattro anni i gendarmi lo arrestano e lo consegnano alla giustizia. Egli al dibattimento confessa il suo delitto nei più minuti dettagli, senza punto pentirsene, anzi con un’aria soddisfatta. « Anche adesso gli morderei il cuore » — dice al giudice. Avuto riguardo a qualche attenuante