Li DALMAZIA poche cose notevoli. Più interessante il museo con avanzi romani della Colonia Claudia Aequum, o Aequitas, scavati appunto a Citluk. Fra le altre cose, ammirai una superba e colossale testa d’Èrcole, con una mano di marmo, impugnante un pezzo di clava, che doveva appartenere alla stessa statua gigantesca. Su quella mano si possono fare studi anatomici, così portentosamente artistico ne è il disegno. Poi, una quantità infinita di altri oggetti archeologici: teste, utensili, anforette, medaglie e una collezione preziosa di monete, con cui si potrebbe rifare gran parte della storia romana e medioevale. Monete e medaglie commemorative dell’epoca repubblicana romana, monete venete, ragusee, slave, quasi tutte trovate a Citluk. In un angolo del museo si conserva un pezzo del ponte romano in legno sul Cettina, presso Trilj. Visitai anche il ginnasio diretto da quei religiosi. Esiste da 37 anni e, da 10 anni, causa la scarsezza di docenti abilitati, non è più pubblico, ma privato. Lo frequentano una cinquantina di alunni interni ed una ventina di esterni. È sovvenzionato dallo Stato con 4000 fiorini annui. Gli alunni, per lo più candidati alla cocolla, dopo sei corsi di studi ginnasiali, indossano l’abito, poi fanno l’anno di noviziato nel poetico convento di Vissovaz, indi studiano quattro anni teologia nel seminario di Sebenico, o di Makarska. Nel pomeriggio si fece un’escursione a Ervaze, Citluk e Otok, tre dintorni interessanti, sotto diversi aspetti. Nella chiesa di Ervaze, in cima a un colle fiorito, mi estasiai dinanzi ad una Mater dolorosa d’ignoto autore: dagli occhi e dalla fronte della sacra immagine trasparisce l’affanno supremo del cuore, e dal suo profilo verginale serenissimo ne rilevate gli spasimi dell’anima. Un capolavoro perfetto, anche negli accessori: due puttini, uno dal visino serio e