TISSOVAZ 457 dere fino alla portata della mia mano. L’orizzonte tutt’in-torno scintillava e i monti e i colli vicini erano irradiati dal più puro sole di maggio. Nulla mi preoccupava in quell’istante, nulla: così avrei voluto vivere in sempiterno, fantasticando, ricordando, sognando. Solo?... Su quel tavolo di marmo incisi un’iniziale cara, e concentrai in essa i più affettuosi pensieri di quel momento delizioso, pensieri infantili, soavissimi, sereni, come l’atmosfera opalina che mi circondava. Ecco il simpatico padre Daniele. Mi si avvicina canterellando, com’è sua abitudine. Gli domando che cosa fosse un certo rombo cupo, lontano, come quello di un tuono, prima che scoppii l’uragano. Non sapevo darmene conto; sospettavo però fosse una cascata. — È precisamente la cascata di Roncislap, sul Krka. — Ancora una cascata? ne vidi tre: quella di Brljan, l’altra di Manojlovaz, e ieri ammirai quella detta « Krka » per eccellenza. Credevo non ce ne fossero altre. — C’è questa quarta, stupenda; la visiteremo domattina. Intanto volete vedere la nostra biblioteca? Contiene ducu-menti che v’interesseranno. Yoi sapete benissimo che, durante le guerre turchesche, i religiosi di questo monastero passarono brutti momenti. Più volte dovettero fuggire sugli altipiani vicini ed abbandonare il convento, e più volte, al loro ritorno, lo trovarono incendiato. — Non mi sorprende affatto; mi sorprenderebbe, invece, se questa isolétta idillica non avesse allettato i pascià turchi e le loro sultanine... È una visione degna del Bosforo... Se non m’inganno, i celebri conti Subic di Bribir avevano qui la loro residenza estiva? — Pare di sì ; come possedevano, del resto, in una certa epoca, gran parte della Dalmazia. — In che anno fu fondato il monastero ? 29 — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia,