64 LA DALMAZIA il commercio e l’industria rurale, unicamente perchè possiede un grado accademico. Il fatto è che, da qualche anno, la Dalmazia esporta vini ricercatissimi per l’importo medio di 16 milioni di fiorini, e grisantemo per altri 4 milioni. Vent^ milioni di fiorini all’anno sono una risorsa favolosa per una piccola provincia, com’è la Dalmazia. Tant’è vero che certi distretti e certe isole, come Lissa, Brazza, Curzola, ecc., hanno oramai raggiunto un grado insperato di benessere. Il danaro vi abbonda ed esso facilita, naturalmente, il raggiungimento di altri scopi, di altri ideali. Perocché con il benessere materiale progrediscano in ogni paese, di pari passo, le forme più nobili di civiltà, di coltura, di perfezione sociale. Come una pianta, di natura sana e vigorosa, che sia stata per lunghi anni trascurata priva d’aria e di sole, vi si presenta sotto un aspetto desolante di deperimento e di selvatichezza, e per poco vi prendiate cura di essa la vedete risorgere, quasi per miracolo, bella e rigogliosa, così la Dalmazia, trascurata completamente per secoli nel suo nerbo, nel suo popolo, non poteva, fino a una trentina d’anni fa, aspirare, tutta, al titolo duna provincia civile, nel senso esteso e moderno della parola. Le rare oasi lungo la costa potevano facilmente, ingannare l’osservatore superficiale. Unicamente per esse il dominio veneto, nonché il governo austriaco, nei suoi primordi, avevano premurose attenzioni. Il germe più sano della popolazione — l’elemento slavo —• non sembrando degno di considerazione, si lasciava languire, deperire, inselvatichire. Da soli trent’anni a questa parte, la Dalmazia, nelle sue regioni più caratteristiche, s’è migliorata sensibilmente, grazie alle prime cure rivolte al benessere delle masse. Ciò significa che la materia greggia dalmata era suscettibile d’esser plasmata e che i succhi vitali della pianta non erano esau-