MALI HALJK 503 — Scarse! — gli risponde il frate. — Pure, si dovrebbe mandare ‘qualche sasso all'uffisio assajo — soggiunge il minatore allampanato. — Quanto alla temperatura — risponde il frate, rivolto a me — abbiamo in inverno un massimo di — 18° E., una media di — 15° E., e d’estate, che è breve, la media è di + 20° E. Ma Don avete un’idea com’è ricca la flora del Ve-lebit: vi raccolsi il giglio purpureo, unico in Europa, bellissime e rare peonie, quattordici specie di timo, la Felix lìos-munda, la rosa canina, ecc. * * * Da Podprag a Mali Halan ci accompagnò anche il frate. La strada alpestre si arrampica ancora tra picchi altissimi. Le Tuline Grede sono sotto di noi. Siamo già a 3500 piedi dal livello del mare. L’orizzonte si fa sempre piti sfarzoso e diafano. Il Tonci ordina al cocchiere di fermarsi, ad uno svolto della strada, sur un picco vertiginoso. — Ammiri il panorama! — mi disse. Superbo !... Il sole dardeggiava, illuminando l’orizzonte con riflessi d’una purezza alabastrina. Ne rimasi incantato. Con l’aiuto d’un cannochiale, di lassù si distinguono, a sud-ovest, Zara, le case biancheggianti di Borgo Erizzo, il primo e il secondo canale .di Zara, e il monte San Michele. Piìi in là, il golfo profondo, fino al monte Ossero e una quantità di scogli ; ogni scoglio si disegna nitidamente sull’azzurro mare, come sur una gigantesca carta geografica. Ad ovest l’occhio abbraccia i due mari interni, di Novegradi e di Karin, due laghi smaglianti, il canale della Morlacca, fin Pago ed Arbe, con cento paeselli microscopici, tra i quali il poetico Castel Yenier in cima ad una lingua di terra. Lungo le falde del Velebit, verso occidente, sono i villaggi cattolici di Zaton,