A BORDO DELL’ « IRIS » 25 galera a tre alberi: sono tre campanili, quello della cattedrale, l’altro del monastero di Sant’Andrea e il terzo dei minori conventuali. In proporzioni ridotte, il panorama della città rassomiglia a quello di Eio Janeiro. Fra le sue preziose reliquie, conserva religiosamente il capo di s. Cristoforo, patrono dell’isola, e le teste dei tre fanciulli, Sidrach, Mi-srach, Abdenago. — Sono proprio autentiche?... — Oh, l’incredula!... Pago, un’isola bislunga, tutta formata da grosse penisole e da strettissimi istmi, è la Gissa degli antichi. Che conformazione capricciosa ! Porti che sembrano golfi, seni che sembrano valli, canali lunghi e profondi, una vera curiosità geologica. La città di Pago fu fondata per ordine del Senato veneto ed era, in origine, un castello contro gli uscocchi. Presso Novaglia, uno dei paeselli più popolati dell’isola, un’altra curiosità stranissima: un tunnel lungo 300 passi, rischiarato da spiragli, una vera galleria misteriosa. Dicono sia un acquedotto romano. E nelle sue adiacenze ruderi di un’antica città. Nulla di più affascinante per il poeta e per lo storico. Per il gastronomo, sono notevolissimi i formaggi di Pago... Con una smorfietta graziosa, la francesina volle farci comprendere che il dettaglio gastronomico non la interessava soverchiamente. Forse, il signor zio ne avrebbe preso nota. Egli, quantunque avesse intrapreso quel viaggio in Dalmazia con lo scopo di acquistare monete antiche, sapeva già a memoria i vini prelibati del paese: la maraschina e il tartaro di Sebenico, la vugava della Brazza, il marzamino delle Castella e di Teodo, l’opollo di Lissa, il moscato rosa di Al-missa e cento altri. Sapeva che l’olio dalmato poteva concorrere con quello delle isole Jonie, del genovesato, di Lucca, della Sicilia. Aveva anche inteso vantare i fichi di Lesina, S — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia.