LE BOCCHE DI CATTARO 309 vette di monti inaccessibili vivono quei feroci ribelli, da secoli dediti esclusivamente alle arti della guerra. Per domarli, le truppe austriache dovettero, nel 1881, rendere praticabili alcuni sentieri montani, contrastando il passo alle aquile e ai falchi; e dal vallone di Pisano si bombardarono per parecchi giorni i loro miseri casolari. Presi di fronte dalle truppe provenienti da Risano e da Orahovaz, e alle spalle da altre che accorsero in aiuto dai monti erzegovesi, i cri-vosciani, parte cedettero le anni, parte si rifugiarono nel vicino Montenegro. Ora quei paraggi montani sono occupati in permanenza da battaglioni austriaci, e sulle più alte vette vennero costruite fortezze sterminate che dal cassero del bastimento appena si distinguono ad occhio nudo: sembrano sfidare il cielo. Si ripassa dinanzi a Perasto, e il vapore entra nel golfo di Cattaro: a sinistra la baia di Ljuta che, unendosi alla riviera di Dobrota, si protende in linea retta, da nord verso sud, fino a Cattaro, con parecchi paeselli romantici e casolari sparsi sulle falde montane. A destra, si presentano dapprima, in un’oasi verdeggiante, i due Stolivo, il superiore a metà di alto monte, l’inferiore alle sue falde. Indi la riva si distende con riflessi e panorami incantevoli fino alla borgata di Perzagno, con in mezzo la famosa chiesa cominciata a costruirsi un secolo fa, e non ancora ultimata, Dopo Perzagno, il paesello di Mula, e dopo pochi istanti, in fondo a quel cui de sac, coronato da superbe montagne alte fino a 1500 metri, la città di Cattaro. Chiusa da ogni parte, l’orizzonte ne è tanto ristretto che si sospetta d’esser giunti in capo al mondo. Dopo due ore di navigazione tanto fantastica ed affascinante, attraverso paraggi stravagantissimi, dove il panorama montano gareggia con le vedute marine, non si scorge di