ALMISSA 177 più il detto che ogni ladro, con rispetto parlando, ha il suo santo... La chiesa d’Almissa conserva un crocifisso prezioso d’argento con gemme. Si sa positivamente che è un regalo dei pirati, ma non è decisa la questione, se lo rubarono, ovvero se lo presero a Rimini, o in altra città d’Italia. Gli almissani mi assicurarono anzi che quel crocifisso è tenuto dai fedeli in somma considerazione, siccome miracoloso. — Ed ora andiamo a visitare il seminario glagolitico di Priko — dissero gli amici. Sorge dall’altra parte del fiume ed è uno dei primi edilizi rimarcati dallo straniero proveniente da Spalato. Oggidì esso non accoglie più, come fino a pochi anni fa, numerosa studentesca. Il convitto venne soppresso e ridotto a semplice abitazione di un reverendo. Eppure, ebbe i suoi fasti: diede alla Dalmazia molte illustrazioni; fu un semenzaio di patrioti che caldeggiarono poscia l’idea nazionale slava, quando il dirsi « nazionale » era pericoloso. Certo, il seminario di Priko, fondato nel 176], non poteva vantare metodi didattici esemplari, poiché era un istituto d’educazione piuttosto primitivo. Ma, data l’epoca in cui fiorì, benemeritò del progresso civile di parecchie generazioni. Attraversai molti ca-meroni tetri e oscuri, la grande cucina, i corridoi a volta, il refettorio, senza incontrare anima viva. Mi sembrava di trovarmi in una tomba. Anche il reverendo era uscito. L’ex seminario, se pure ridotto ad una rovina imminente, ha una chiesuola degna di ammirazione. Per vederla si dovette dare l’allarme colle campane, perchè, come il reverendo, tutti i di lui famigliari erano assenti. Finalmente comparve, ansante e trafelato, il sagrestano. — Che è?... dov’è il fuoco!... — Che fuoco d’Egitto; apriteci la chiesa... È una bellissima cappella del ix secolo, di stile bizantino,